I.A legge Daneo-Credaro e i mutui per gli edifizi scolastici Calcolando che occorrono almeno 3 aule per ogni mille abitanti, net Comuni superiori a 1.000 abitanti, e almeno due aule in ciascuno dei Comuni o frazioni di Comuni fra i 500 e i 1.000 abitanti, e un'aula nei Comuni o frazioni inferiori ai 500 abitanti, si dovrebbero classificare tutti i Comuni del Regno, senza distinzioni provinciali o regionali, secondo che sono piu o meno provvisti di aule scolastiche attualmente utilizzabili. Si potrebbero, per esempio, classificare come segue: Comuni con piu di 1.000 abitanti I. Senza aule o con meno di una aula II. da 1 a 1,50 aule III. da 1,50 a 2 aule IV. da 2 a 2,50 aule V. da 2,50 a 3 aule per 1000 ab. ,, ,, ,, con 500-1.000 abitanti senza aule con 1 sola aula con meno di 500 abitanti senza aule I fondi anno per anno disponibili dovrebbero essere impiegati prima a provvedere delle aule necessarie i Comuni della prima classe, in modo da farli passare al piu presto possibile nella seconda classe. E si dovrebbe pensare a provvedere questa seconda classe, solo quando non ci fosse piu nessun Comune di prima classe. E analogamente pei Comuni delle classi successive, cioè per i meno disagiati, ai quali si dovrebbe provvedere per ultimo: salvo che essi non credessero di anticipare di loro iniziativa le costruzioni, procurandosi a loro spese i capitali prima che arrivi il loro turno, cioè prima che spetti allo Stato di assumersi anche per loro il pagamento degl'interessi. Seguendo questo criterio, i Comuni della provincia di Reggio Calabria, che per il disastro del 1908 sono rimasti quasi tutti senza aule, e tutti gli altri Comuni sprovvisti di aule di qualunque altra provincia d'Italia, attirerebbero a sé nel primo anno tutti i fondi disponibili, in modo da ottenere almeno un'aula per ogni 1.000 abitanti, con che passerebbero subito nella seconda classe. Negli anni successivi, passerebbero, insieme ai Comuni di questa classe, nella classe terza, via via che continuasse la erogazione dei fondi; e cos1 di seguito. Noi non ci dissimuliamo la ostilità che incontrerà nelle file della nostra "democrazia" questa proposta, che pure corrisponde ai princip1 della piu elementare giustizia nazionale e sociale. La "democrazia" è la rappresentante politica della piccola borghesia di tutta l'Italia e dei nuclei piu progrediti del proletariato industriale concentrati al Nord, i quali si allea-. no colla rappresentanza politica della borghesia industriale protezionista del Nord per sfruttare l'Italia agricola e povera del Nord e del Sud. È naturale pertanto che questa "democrazia" guardi con occhio torvo ogni 1019 BibliotecaGino Bianco
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