Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi educativi e sociali E cosf, pur essendosi colla ripartizione sullodata messo un rimedio, per quanto relativo, agli squilibri regionali del trentennio passato, non si sarà ovviato in nessun modo a quella che è la ingiustizia fondamentale del vecchio sistema dei mutui: alla tendenza cioè di fare dello Stato non il soccorritore indispensabile dei Comuni piu arretrati, ma lo strumento non necessario dei progressi dei Comuni piu progrediti. Che fare? Come ~iparare a questo pericolo, che minaccia di farci trovare fra dodici anni di fronte ad un abisso, ancora piu profondo che non sia oggi, fra l'edilizia dei Comuni ricchi e quella dei Comuni piu poveri? La soluzione che piu ovvia si presenta al pensiero è di chiedere che i fondi messi a disposizione dei Comuni per l'edilizia scolastica sieno raddoppiati, in modo che bastino realmente a tutti i bisogni. E questa domanda noi dobbiamo farla con tanta maggiore tranquillità, in quanto l'esperienza di quest'ultimo anno deve averci fatto apprezzare al loro giusto valore gli scrupoli, con cui i nostri finanzieri si oppongono sistematicamente ad ogni provvedimento utile alle classi inferiori e alle regioni piu povere dell'Italia, mentre non trovano nulla da ridire su gli sperperi pazzi e delittuosi che si stanno facendo per la Libia. Ma in attesa che questa riforma della legge Daneo-Credaro sia una realtà - e perché questo avvenga, dobbiamo agitare continuamente questo problema fra i contadini della campagna per le elezioni generali - noi dobbiamo chiedere che i fondi disponibili sieno distribuiti fino da ora con criteri diversi da quelli finora usati. Bisogna anzitutto stabilire il principio che il mettere innanzi a-i Comuni di tutta l'Italia, come si è fatto fino al 30 giugno 1912, e ai Comuni di ciascuna provincia, come sembra voglia cominciare a farsi ora, un certo numero di milioni, invitando tutti a farsi avanti e lasciando tranquillamente che chi ha le gambe piu leste e le braccia piu lunghe se li prenda tutti, è una vera e propria iniquità. Vi sono in Italia, senza distinzione di provincia e di regione, dei Comuni maggiorenni, cioè ricchi, attivi, capaci di approfittare delle leggi, e dei Comuni minorenni, cioè poven, ignoranti, inerti, incapaci di utilizzare gli strumenti di progresso messi a loro disposizione dalle leggi dello Stato. Questi ultimi formano la quasi totalità al Sud; ma sono anche la maggioranza al Nord. L'Amminz'strazione dello Stato deve provvedere soprattutto e innanzitutto ai Comuni minorenni, ~ solo quando i mezzi sovrabbondino deve occuparsi dei Comuni maggiorenni. . Ciò posto, rispetto al problema dell'edilizia scolastica, bisogna abbandonare anche il sistema - pure assai meno iniquo dell'anarchia di una volta - del riparto per provmc1a dei fondi assegnati ai Comuni. 1018 BibliotecaGino Bianco

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