Problemi educativi e sociali coli sulle ipotesi meno incomode dal punto di vista finanziario -; e considerando che un alunno dovrebbe frequentare queste scuole almeno durante due anni, per imparare a leggere e scrivere con sufficiente sicurezza; e supponendo che si vogliano impiegare dieci anni per fare sparire l'analfabetismo degli adulti; e anche rinunziando a combattere l'analfabetismo negli uomini e nelle donne di età piuttosto avanzata, e riducendosi a costringere alla scuola serale e festiva i soli adulti analfabeti maschi e femmine dai 12 ai 21 anni; per risolvere questo problema sarebbero necessarie almeno 10.000 scuole serali e festive. Ora anche dopo l'applicazione integrale della legge Daneo-Credaro, cioè fra dieci anni, noi non avremo in Italia che 5.000 di queste scuole. Mancherà sempre una buona metà delle scuole necessarie alla istruzione degli analfabeti adulti. Ma anche le scuole serali, che ci sono oggi e che ci sono promesse entro il decennio, si può dire che funzionino bene? Si può aspettare che combattano seriamente, almeno nei limiti del possibile, questa nostra piaga? Signori, io so che parlandovi come io intendo parlarvi, sarò detto nemico della democrazia, nemico dei maestri elementari, reazionario. Ma la verità deve passare avanti ad ogni considerazione di opportunità. E la verità è che le scuole serali, cosi come sono ora organizzate, non servono quasi a nulla: sono una spesa quasi del tutto improduttiva. Il bisogno di saper leggere e scrivere è sentito oramai acutamente in tutti i Comuni, anche i piu arretrati e piu analfabeti dell'Italia meridionale. Ma questa massa, che accorre alle scuole serali, non trova che assai raramente in esse quello di cui ha bisogno. Gli orari sono incomodissimi e non si adattano ai bisogni degli alunni, che variano da luogo a luogo, da individuo a individuo, da stagione a stagione per lo stesso luogo e per gli stessi individui. I maestri, esauriti dal lavoro della scuola .diurna, mal pagati per la scuola serale, considerano troppo spesso l'insegnamento serale come una sinecura, buona solo ad arrotondare lo stipendio normale. I maestri, in generale, non si occupano attivamente della scuola serale che nel periodo in cui bisogna ottenerne l'incarico. Assicurato l'ufficio e il relativo, per quanto minimo, stipendio, la scuola serale è l'ultimo pensiero del maestro. E gli alunni a poco a poco, vedendo che a scuola perdono il loro tempo, se ne allontanano dopo poche settimane, e preferiscono andare a scuola dai maestri privati a pagamento. È necessario, a mio credere, che la scuola serale sia organizzata su una nuova base, e che i maestri sieno retribuiti in porporzione dei risultati ottenuti col loro insegnamento. I maestri dovrebbero essere pagati, non con una somma annua, sempre la stessa, qual che sia il numero degli alunni presi in cura; ma dovrebbero essere premiati alla fine di ogni anno con una data somma (per esempio, 30 lire) per ogni adulto analfabeta condotto felicemente, in qualunque periodo dell'anno, all'esame di compimento innanzi ad una commissione di ispettori mandati dal Provveditore. 1002 BibliotecaGino Bianco
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