Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi educativi e sociali riforma dei calendari e degli orari scolastici nei paesi, in cui essi non rispondano ai bisogni della popolazione e dove le amministrazioni locali non provvedano da sé; e in provincia di Reggio Calabria nessuno ha mai saputo che lo Stato onnisciente abbia presa una iniziativa in questo campo. È toccato sempre allo Stato l'obbligo di preparare i maestri per le scuole elementari; e fino all'anno scorso in provincia di Reggio Calabria questo meraviglioso Stato non si era neanche sognato di istituire una sola scuola normale, e gli aspiranti maestri e maestre dovevano andare a Messina; e a Messina la scuola normale femminile era non governativa, ma pareggiata, perché le due scuole governative erano state collocate, dallo Stato intelligentissimo, non nel capoluogo della provincia, ma a Mistretta e a Castroreale, paesi, fra le altre disgrazie, lontani dalla ferrovia! E mentre non curava la produzione dei maestri, il detto Stato aveva stabilito per legge che nessuno può insegnare l'alfabeto se non è regolarmente abilitato: secondo la qual legge tutte le scalette private, in cui i contadini della provincia di Reggio Calabria imparano a leggere e scrivere a loro spese, sono abusive e dovrebbero essere chiuse dalle autorità. Per fortuna gl'Ispettori scolastici hanno piu buon senso dello Stato, e chiudono gli occhi invece di chiudere le scuole: e fanno benissimo; ed è un vero peccato che gli occhi non li chiudano sempre, perché purtroppo in qualche Comune abbiamo avuto notizie di maestri "irregolari" a cui è stato intimato di smettere la scuola, perché questo è· un monopolio esclusivo dei maestri regolarmente abilitati dallo Stato; anche se nella provincia lo Stato non tenga scuole che fabbrichino ufficialmente queste abilità. Questi fatti non ci fanno sperare resultati davvero miracolosi dalla avocazione della scuola elementare allo Stato, cioè al dicastero della Minerva. Se l'avocazione allo Stato dovesse avvenire senza aumentare notevolmente gli obblighi finanziari dallo Stato medesimo, l'avocazione sarebbe una burla, e i soli a lodarsene sinceramente sarebbero gl'impiegati del Ministero, che ne ricaverebbero una nuova riforma di organici. Viceversa, se lo Stato fosse disposto a sopportare maggiori oneri finanziari, questo fatto basterebbe da sé a risolvere molti problemi, senza nessun bisogno dell'avocazione della scuola allo Stato. Certamente è necessario sottrarre i maestri all'autorità, non sempre intelligente e non di rado tirannica, delle amministrazioni comunali; né sarà mai possibile costruire ai maestri una carriera finanziaria e morale, dalle cui aspettative sieno indotti a un continuo sforzo di bene, se non si raccolgono in una unica circoscrizione amministrativa i Comuni piccoli e grandi, facendo circolare i maestri dall'uno all'altro Comune, nell'interesse del servizio, indipendentemente dalle simpatie o antipatie delle fazioni politiche locali. Ma per risolvere questo problema, non è necessario accentrare a Roma la direzione delle scuole elementari. Basterebbe istituire provincie scolastiche, aventi un bilancio autonomo, come lo Scholsboard 998 BibliotecaGino Bianco

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