Problemi scolastici tecnici tecniche non sono assolutamente tassative e con un po' di tenacia non dovrebb'essere difficile superare tutte le difficoltà. Se non che la tenacia nel nostro paese vien fuori, solo quando si tratta di ottenere un'ingiustizia o un favore personale. Quel deputato che tempesterà per un anno di seguito negli uffici di un Ministero o nel gabinetto di un ministro il trasferimento di un delegato, lo scioglimento di un Consiglio Comunale, la nomina di un analfabeta a supplente di fìlosofia nel capoluogo del collegio, non troverà un'ora di tempo per andare a trattare col ministro o col direttore generale di un affare che interessi collettivamente uno dei suoi Comuni. E quando si tratta di costruire un edifizio scolastico municipale, l'interesse di tutti si trova spesso a contrasto con l'interesse del proprietario della stamberga che il Comune tiene in affitto per scuola: proprietario che è spesso anche assessore o consig[iere comunale, e minaccia di passare armi e bagaglio nell'oste elettorale avversaria. VI Del resto, anche se le amministrazioni locali fossero prese a un tratto da una grande furia di buona volontà, e trovassero per miracolo i mezzi finanziari occorrenti alla soluzione di tutti i problemi, esse sarebbero sempre impotenti dinanzi alle insormontabili difficoltà create oggi dalla insufficienza numerica dei maestri. Da qualche anno a questa parte si parla molto della cosidetta "crisi magistrale," cioè della sproporzione crescente fra i bisogni della scuola popolare e il numero dei maestri. Il miglioramento delle condizioni economiche generali; l'aumento del costo della vita; la maggior facilità che trovano i giovani ad essere occupati nelle imprese private o negli altri pubblici uffici, specialmente nelle ferrovie, poste, telegrafi, telefoni, piu rimunerativi di quello di insegnante elementare; lo scarso numero delle scuole normali; gli stipendi eccessivamente bassi, di cui godono i maestri, specie dei piccoli Comuni; e la crescente richiesta di maestri nell'Italia meridionale, per l'applicazione della legge del 1906 e per l'aumento rapidissimo, impressionante degl'iscritti, tutte queste circostanze hanno determinato una sensibilissima rarefazione, diciam cosf, assoluta e relativa nella mano d'opera magistrale. La crisi sarebbe stata certo incomparabilmente piu acuta, se le leggi del 1904 e 1906 non avessero acconsentito ai Comuni di affidare due classi allo stesso maestro, con l'aumento dei due quinti dello stipendio normale, sopportato nel Mezzogiorno per due terzi o per metà dallo Stato, e con l'insegnamento di tre ore giornaliere per classe, impartito ad una classe nelle ore antimeridiane· e all'altra nel pomeriggio. Ma il rimedio, senza aver sanato del tutto la crisi magistrale, ha creato nuovi mali. peggiori della stessa crisi: ché l'insegnamento ha perduto assai d'intensità e di efficacia, non solo per la riduzio11e dell'orario, ma soprattutto pel 99J BibliotecaGino Bianco
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