Problemi educativi e sociali ufficiali dell'analfabetismo uno dei primi posti, è stata cos.1.duramente colpita dal flagello del 28 dicembre 1908, e si trova perciò in uno stato di depressione e di crisi, in cui l'aiuto continuo delle altre regioni d'Italia può riescirle piu utile che mai. I La prima idea del Consiglio direttivo dell'Associazione fu di accertare in quali condizioni, dopo il disastro del 28 dicembre, si trovassero le aule scolastiche dei Comuni della provincia, quante fossero state distrutte o rese inservibili, se e come fosse stato provveduto a sostituire le aule mancanti. Per risolvere questo problema, senza il pericolo di essere fuorviati da informazioni false od esagerate, non c'era di meglio che andare in persona sui luoghi. E nell'ottobre scorso [1909], per incarico dell'Associazione, i sottoscritti, a cui si accompagnò per una parte del viaggio il dott. Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, visitarono molti Comuni danneggiati dal disastro, e di altri raccolsero, per mezzo di persone fidate, sicure notizie. In grazia di quest'inchiesta noi siamo in grado di dare informazioni per 185 Comuni e frazioni di Comuni, sui 232 che formano la provincia. In queste località esistevano, prima del 28 dicembre 1908, 451 aule scolastiche; delle quali 325 furono distrutte e rese inservibili, oppure ma solo in rarissimi casi - occupate come abitazione od usurpate da ahri uffici pubblici. · La caduta di tutte queste aule in fondo non è un male. La piu parte ~fra esse erano luride tane da topi, "centri e fomiti di malattie infettive," moltissime senza impiantito, qualcuna col tetto scoperto, anguste, senza luce, lercie, ignobili. In esse i bambini erano torturati conie in "case di pena," stipati in quattro o cinque fra banchi capaci tutto al piu di due o tre inquilini, quando non dovevano sedere per terra o andare in prestito per una sedia presso qualche pietosa vicina.2 Delle aule tuttora esistenti e da noi visitate, una sola era buona, sebbene lesa dal disastro. Di tutte le altre rimpiangemmo che non fossero anch'esse scomparse. Né i Comuni hanno ricevuto gran danno finanziario dalla rovina di questi edifizi; perché piu dei due terzi fra essi erano di proprietà privata e tenuti in affitto dalle Amministrazioni comunali. E poiché la legge del 15 luglio 1906 per le provincie meridionali obbliga lo Stato, anche in provincia di Reggio Calabria e indipendentemente dal terremoto del 28 dicembre, a contribuire per un terzo alle spese per la costruzione di edifizi scolastici, e dà modo ai Comuni di contrarre con la Cassa deposi2 Si veda la descrizione terrificante e non esagerata delle aule scolastiche calabresi in TARUFFI, DE NOBILI, LORI, La Questione agraria e l'Emigrazione in Calabria, con prefazione di PASQUALE VILLARI (Firenze, Barbèra, 1908), pp. 798-807. 978 BibliotecaGino Bianco
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