Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'Università di Napoli alunni fanno ogni anno, nelle sole sessioni di estate e di autunno, senza contare quella abusiva di marzo, 17.000 esami, non può cercare troppo il pelo nell'uovo per questo genere di operazioni. Eppoi parecchi professori ufficiali esercitano le libere docenze: inscrivendosi al corso libero, !'elegantone laureando si garantisce abbastanza bene contro i rischi di quegli esami che dipendono da quei professori. Altri professori ufficiali sono investiti di incarichi in materie obbligatorie, che apparirebbero inutili qualora non vi si inscrivesse un numero sufficiente di volenterosi: Cocò si inscrive anche a questi corsi, e si assicura altri esami.2 Parecchi professori ufficiali, specialmente delle facoltà di giurisprudenza e di medicina, sono avvocati, o esercitano la professione, o fanno gli affaristi: è facile, quindi, trovare il magistrato, il banchiere, l'elettore influente, il cliente danaroso, il socio d'affari, che con una raccomandazione metta a posto qualche altro esame. Poi ci sono i professori indulgenti per natura, o vecchi o rimbecilliti, che non bocciano mai, mai, mai. Non manca a Cocò che incontrare nell'Università di Napoli uno dei trecentocinquanta liberi docenti, imbroglione e pasticcione, camorrista e intrigante, che sa aiutare nei momenti difficili i poveri giovani bisognosi di soccorso. Basta dare la firma a uno di costoro, lasciandogli godere tutte le 12 lire e centesimi dell'indennità, e non pretendere il rimborso immediato di una parte delle 12 lire, come molti fanno, e la gratitudine e la protezione del libero docente è assicurata in tutte le commissioni di esame, di cui egli farà parte. Ed ecco come l'Università di Napoli sforna ogni anno circa 600 fra medici ed avvocati e una sessantina fra professori di lettere e scienze, d~i quali la piu parte non è assolutamente capace di scrivere dieci righe senza almeno dieci errori di grammatica ed è intellettualmente abbrutita e moralmente disfatta. Questa vergogna non è peculiare all'Università di Napoli. Tutte le Università italiane sono piu o meno ammalate: ed in fatto di corsi liberi, per esempio, gli abusi che si commettono dai professori ufficiali a Palermo, a Torino, a Padova, sono forse superiori a quelli di Napoli. 3 Ma è innegabile che nell'insieme l'Università di Napoli è quella che accentra in sé il minor bene e il maggior male; che mentre nelle altre Università prevalgono fra i professori ufficiali in proporzioni piu o meno forti gli scienziati sugli affaristi, nell'Università di Napoli prevalgono gli affaristi sugli scienziati. Cocò, tornato a casa analfabeta e laureato, si avvede ben presto di essere inetto a vincere un concorso per la magistratura o per le prefetture o per i mm1steri, se è avvocato; è sistematicamente bocciato nei concorsi per le scuole medie, se è professore; non ha nessun titolo di capacità per ottenere una condotta fuori del paese natfo, se è medico. E nella 2 Con la legge 19 luglio 1909 fu tolta ai professori ufficiali la facoltà di tenere corsi liberi a pagamento, e fu messo un certo freno all'abuso degl'incarichi. 3 La legge del 1910 ha opportunamente vietato ai professori ufficiali di tenere corsi liberi a pagamento. 976 BibliotecaGino Bianco

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