Questioni morali e sociali fatta nell'interesse esclusivo del capitalismo protezionista ed affarista dell'Italia settentrionale, e a spese della classe lavoratrice di tutta l'Italia e specialmente dell'Italia meridionale. L'ascaro meridionale non chiede che di vivere e lasciar vivere. Finché nessuno lo disturberà, egli sarà sempre, a tutta prova, con qualunque indirizzo di governo, ministeriale. Ma guai a chi lo minaccia negli interessi immediati suoi e della sua clientela. Guai a chi gli rifiuta i piccoli, continui, ignobili servigi giornalieri, di cui egli e i suoi elettori hanno necessità. Qualunque gruppo di uomini onesti, di qualunque partito, voglia mettere un po' di freno alle iniquità di una sola fra le clientele che fan capo a un deputato meridionale, è sicuro di trovarsi contro la marmaglia tutta compatta. "Noi siamo una cooperativa, e ci dobbiamo aiutare," dice l'on. de Bellis.4 Chi ne tocca uno, li tocca tutti. Il nostro sistema politico e amministrativo si fonda sull'asservimento della piccola-borghesia intellettuale meridionale e dei suoi rappresentanti parlamentari ai gruppi politici prevalenti nell'Italia settentrionale, e sul consenso sistematico dei gruppi politici prevalenti nell'Italia settentrionale alla malvagità bestiale delle clientele meridionali. Finora prevalevano al Nord i gruppi cosf detti conservatori: e i deputati della piccola-borghesia meridionale facevano i lanzichenecchi dei partiti conservatori, e tutti i villani diventati Marcelli, che non riescivano ad avere l'appoggio dei prefetti nelle elezioni, si proclamavano democratici e liberali. Oggi, che l'on. Giolitti ha vestita la casacca del democratico, e tutti prevedono che alle future elezioni i questurini e i mazzieri lavoreranno per gli amici dell'on. Sacchi, tutta la marmaglia politicante non chiede di meglio che far da lustrascarpe al radicalismo trionfante, e si proclama radicale. Naturalmente, non appena il radicale di Dronero avrà scelto fra gl'infiniti radicali, di cui pullula l'Italia meridionale, i radicali autentici e maggiori, e li avrà investiti del proconsolato nei loro collegi, tutti i radicali rifiutati si proclameranno conservatori, sonmmani, clericali. E aspetteranno che l'on. Giolitti cambi un'altra volta casacca. Il grande problema della presente vita pubblica italiana è di sapere se le organizzazioni proletarie dell'Italia settentrionale si renderanno anch'esse complici della delinquenza piccolo-borghese meridionale, se accetteranno l'ufficio di aguzzine, mediante adeguata partecipazione agli utili, della classe lavoratrice meridionale. 4 Vito De Bellis. Deputato nelle Legislature XIX, XX, XXI, XXII, XXIII, XIV, XVJ. Alla Camera fu fedelissimo seguace di Giolitti e la sua attività, diretta specialmente a preparare le votazioni, lo fece denominare come "capogruppo degli ascari ministeriali," mentre per le pressioni elettorali del suo Collegio era stato battezzato come "capo dei mazzieri." Si era pro• clamllto capo di un gruppo immaginario, che aveva battezzato il "gruppo dei fessi." [N. d.C.] 973 Bib.liotecaGino Bianco
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