Problemi educativi ~ sociali sanguinosa, attraverso cui si costituisce una nuova gerarchia sociale e un nuovo Stato. Talvolta nel processo di rielaborazione interviene uno Stato estero. Il quale può seguire politiche assai diverse: puntellare le classi dominanti contro gli oppressi; oppure abbandonare senz'altro al proprio destino le vecchie oligarchie imputridite, e sostituirle con personale proprio, appoggiandosi al favore delle classi inferiori; oppure promuovere localmente una lenta formazione di nuove classi dirigenti migliori delle antiche, in modo da rinnovare socialmente e moralmente il paese a poco a poco senza scosse brusche e sanguinarie. Lo "Stato estero, 11 che interviene continuamente nel Mezzogiorno, è l'Italia settentrionale. E v'interviene esclusivamente a difendere la piccola borghesia delinquente e putrefatta contro il malcontento dei contadini. Lo ha detto trentacinque anni or sono, e le sue parole sono vere oggi come allora, un testimone non sospetto, l'on. Sonnino3 : La Sicilia -- possiamo generalizzare: l'Italia meridionale - lasciata a sé troverebbe il rimedio. Una trasformazione sociale accadrebbe necessariamente, sia col prudente concorso della classe agiata, sia per effetto di una violenta rivoluzione. Ma noi, italiani delle altre provincie, impedendo che tutto ciò avvenga, abbiamo legalizzato l'oppressione esistente; ed assicuriamo l'impunità all'oppressore. Nelle società moderne ogni tirannia della legalità è contenuta dal timore di una reazione all'infuori delle vie legali. Orbene, in Sicilia - si può generalizzare: nell'Italia meridionale - colle nostre istituzioni, modellate spesso sopra un formalismo liberale anzi che informate ad uno spirito vero di libertà, noi abbiamo fornito un mezzo alla classe opprimente per meglio rivestire in forme legali l'oppressione di fatto, che già prima esisteva, coll'accaparrarsi i poteri mediante l'uso e l'abuso della forza, che è tutta in mano sua; ed ora le prestiamo man forte per assicurarla che, a qualunque eccesso spinga la sua oppressione, noi non permetteremo alcuna specie di reazione illegale, mentre di reazione legale non ve ne può essere, poiché la legalità l'ha in mano la classe che domina. Questa complicità passiva ed attiva, che le classi dominanti nel Nord dànno alla piccola-borghesia dominante nel Mezzogiorno, è spiegabile solo in parte con la indifferenza amorale e col lasciare andare cinico della Terza Italia. L'amoralismo e il cinismo sono alimentati da una fortissima dose d'interesse. Finché, infatti, il predominio politico e la rappresentanza parlamentare del Mezzogiorno saranno esclusivamente nelle mani di una piccola-borghesia affamata e facilmente quietabile con impieghi e beveraggi personali, la politica doganale e tributaria dello Stato potrà sempre essere 3 Sidney Sonnino (1847-1922). Eletto deputato di S. Casciano, Firenze IV, nelle Legislature XIV, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXI, XXII, XXIII e XXIV. Nominato senatore (1920). Economista e sociologo. Si occupò molto dei problemi del Mezzogiorno, a cominciare da una inchiesta sulle provincie siciliane compiuta insieme col barone Franchetti, nella quale bollò a fuoco le vecchie, inerti, egoistiche prepotenti classi padronali di quella regione, mettendo in luce in un volume che destò vivo interessamento la serietà e la gravità del problema. Nel 1878 fondò a Firenze la "Rassegna Settimanale," che nel 1882 trasferi a Roma, e trasformò nel quotidiano "La Rassegna." Fece parte del gabinetto Crispi come sottosegretario al Tesoro nel 1889. Tornò nel Gabinetto Crispi come ministro del Tesoro, poi delle Finanze. Divenne presidente del Consiglio nel 1906 (febbraio-maggio 1906) ed ancora dal dicembre 1906 al marzo 1910. Fu ministro degli Esteri nei Gabinetti Salandra, Boselli e Orlando. [N.d.C.] 972 BibliotecaGino Bianco
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