Problemi educativi e sociali Ma in un paese cos1 misero, anche i bilanci locali hanno risorse assai limitate. I Comuni della Sicilia, per esempio, non possono spendere che 38 milioni all'anno, cioè appena L. 10,50 per abitante; mentre i Comuni della Lombardia dispongono di ben 172 milioni all'anno, cioè di L. 37,94 per abitante. Non c'è pertanto posto di scrivano municipale, medico, ispettore del dazio consumo, professore pareggiato, ragioniere, economo, segretario, guardia municipale, bidello, che non abbia due o tre spasimanti. E la ressa s'inasprisce di anno in anno, per effetto della emigrazione, che rialza i salari, decima i redditi delle terre, rovina la piccola e media borghesia improduttiva, la sospinge con furore sempre piu aspro a dar l'assalto ai bilanci degli enti locali. I partiti, che sono al potere, moltiplicano fin che possono gl'impieghi, magari inutili, aggravando di tasse spesso bestialmente inique i contadini. Ma l'impossibile non si può fare. Tutti non si possono sfamare. Ed ecco delinearsi le lotte amministrative. Quelli, che sono fuori degl'impieghi, tempestano contro i fortunati, che sono dentro. Questi si difendono senza scrupoli, come meglio possono. Alla turba dei disoccupati se ne aggiungono ogni anno dei nuovi. Alla fine il partito di opposizione, raggruppando intorno a sé tutti gli scontenti, conquista l'amministrazione comunale. E allora sono dolori! I vinti, se sono impiegati straordinari - e ce n'è una fungaia in ogni Comune - sono licenziati in massa e le loro spoglie vengono divise fra i nuovi proprietari. Se si tratta di impiegati stabili, sono sottoposti a inchieste minuziose, tartassati, tormentati in tutti i modi, se è possibile destituiti. I ruoli della tassa di famiglia sono rielaborati con criteri altrettanto ingiusti quanto quelli seguiti prima, ma alla rovescia. Le forniture e gli appalti municipali cambiano asse di rotazione. Gli amici dell'amministrazione introducono in franchigia i generi soggetti al dazio consumo. Chi vince si accomoda un poco le ossa; per chi perde è un disastro. Ma ben presto anche i vincitori si avvedono di non essere su un letto di rose. La distribuzione degli impieghi, dei favori, degli appalti, è causa non solo d'iniquità contro i vinti, ma anche di dissidi fra i vincitori, che sono sempre piu numerosi dei posti e dei favori disponibili. Una prima ingiustizia dà gli amministratori mani e piedi legati nelle mani degli elementi peggiori della clientela, che minacciano scandali e pronunciamenti, ricattano senza freno i capi, li obbligano a ingiustizie e ad immoralità sempre maggiori. Gl'impiegati maltrattati s'inviperiscono. Gli aspiranti delusi o passano al partito avversario, o restano nel partito a crear scissioni e seminar sospetti e recriminazioni. Coi detriti del partito vinto e col sopravvenir di nuovi affamati insoddisfatti, si organizzano nuove macchine di oppos1z1one. 966 BibliotecaGino Bianco
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