Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale materia con intelligenza e tenacia mirabili. E mi portò le conclusioni, per– fettamente documentate, del suo studio. La legge combatt~va non l'analfa– betismo, ma la fame dei maestri; e quello certo era bene. Ma metteva a carico del Governo centrale gli aumenti di stipendio ai vecchi maestri e gli stipendi interi dei nuovi: ora siccome il maggior numero di maestri si tro– vava nell'Italia settentrionale, ne conseguiva che i pastori della Sardegna, i zolfatari della Sicilia e i braccianti delle Puglie, che avevano maestri in scarsa quantità o non ne avevano affatto, avrebbero pagato gli aumenti e i nuovi stipendi dei maestri che lavoravano nelle scuole dell'Italia setten– trionale; bene inteso che, anche qui, le città, meglio attrezzate, inghiottiva– no bocconi piu abbondanti che i Comuni rurali meno ricchi di scuole. La legge, inoltre, aumentava i sussidi governativi per la costruzione dei nuovi edifici scolastici, ma lasciava sempre a carico dei Comuni una parte della spesa: ora, i Comuni piu poveri - cioè quasi tutti quelli dell'Italia meri– dionale, e parecchi dell'Italia settentrionale - non possedevano i mezzi per le costruzioni che erano favorite dai sussidi governativi; in conseguenza, i Comuni piu benestanti dell'Italia settentrionale avrebbero inghiottito i fondi che si voleva far credere sarebbero serviti a costruire scuole 'Contro l'analfabetismo in tutta l'Italia: una nuova iniquità si accumulava sulle antiche. Quando ebbi preso in esame e controllato i dati raccolti da Donati, andai a Milano a spiegare che bisognava riformare 1~ legge, se si voleva combattere seriamente l'analfabetismo nell'Italia meridionale. Fiasco su tut– ta la linea! Mi stavano ad ascoltare dissimulando per cortesia fino a che punto li seccavo, e non assumevano impegni di verun genere. In una riunio– ne all'Umanitaria, alla quale intervenne anche il diret~ore generale dell'I– struzione elementare, Camillo Corradini, cercai di far capire ragione: ben presto mi resi conto che' nessuno badava a me, e non feci piu perdere tem– po a nessuno. La legge Daneo-Credaro rappresentava un vantaggio note– vole per i maestri elementari che stavano nei collegi del Nord. Perché do– vevano i socialisti del Nord interessarsi di stipendi ed edifici scolastici del Sud, cioè fuori del Nord? . Quand'ecco nel 1911 il suffragio universale lo offri Giolitti, dal quale nessuno se lo sarebbe aspettato. Io de.finii quella sorpresa come un pranzo offertoci alle otto di mattina. 9 Come comprendemmo in séguito, Giolitti volle con quella concessione assicurarsi l'appoggio dei socialisti riformisti nella imminente conquista della Libia; a tenere in riga, poi, l'Italia meri– dionale, anche col suffragio universale, ci avrebbe pensato lui, con quei me- _todi il cui successo era, per esperienza, sicuro. Riusci éon Bissolati: ed io mi illudo che la mia lunga campagna per il suffragio universale non sia stata del tutto estranea alla decisione presa in quella occasione da Bis~olati. 9 Ora in G. S., Il ministro della mala vita ecc. dt., pp. 232-242. [N.d.C.] 676 BibliotecaGino Bianco

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