Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Questo non vuol dire che il Governo centrale venga a sparire. Come ho già detto, vi sono funzioni che esso solo può e deve esercitare. Fra que– ste funzioni vi è anche quella di intervenire negli affari locali nell:inte– resse nazionale, quando gli Enti locali si dimostrino inetti a eseguire le leggi rese necessarie dall'interesse e dal decoro nazionale. Per esempio, vi sono Comuni i quali finora si sono dimostrati incapaci di estirpare l'analfabe– tismo. Quali che sieno le cause di questo fatto, è chiaro che le scuole ele– mentari non possono essere abbandonate a quei Comuni diciamo cosI mi– norenni e irresponsabili. Un provveditore inviato dal Governo centrale deve prendersi cura delle scuole elementari nei Comuni, nei quali l'analfabetismo della popolazione inferiore ai vent'anni supera, putacaso, il venti per cento. Ma ogni Comune deve' conservare il proprio bilancio scolastico sotto la sor– veglianza del provveditore. -Da un esame dei bilanci locali apparirà, imme– diatamente, ai provveditori che l'analfabetismo è cosI alto in quei Comuni, perché questi sono cosI poveri da non poter pagare tutti i maestri neces– sari e costruirsi gli edifici scolastici. Ecco dove l'interesse e il decoro na– zionale obbligherebbero il Governo centrale a intervenire a spese dell'in– tera nazione, sussidiando i Comuni .poveri. Ma altra cosa è intervenire per costringere tutti i Comuni in una rete di regolamenti scolastici cucinati da un direttore generale a Roma ed eguali per tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia. C'è bisogno che tutte le classi elementari si aprano e si chiudano lo stesso giorno in tutta Italia? Nello stesso Comune, le semine e le raccolte si fanno in un mese nelle frazioni di montagna e in un altro mese al piano. Che ogn_iComune adatti il calendario scolastico alle condizioni lo– cali, e al diavolo i sedentari di Roma. Un altro caso in cui l'intervento del Governo nazionale è necessario è quello, già accennato, della imposta sui fabbricati. La guerra è stata un fatto nazionale. Ecco perché coloro che hanno perduto la casa debbono essere aiutati dal Governo nazionale a ricostruirla a spese della nazione. Ma se l'imposta fondiaria è abbandonata ai Comuni e alle Province, i Comuni e le Province devastate dalla guerra perderebbero questo cespite di entrate. Il Governo centrale deve compensarli con sussidi straordinari, ricavandoli da una sovraimposta che dovrebbe essere pagata dai fabbricati non distrutti di tutta l'Italia. I casi si potrebbero moltiplicare. Ma non è necessario. Quando s1 so– stituisca il metodo federalista o autonomista al metodo centralista e buro– cratico, ogni problema deve essere risoluto caso per caso. Un'ultima osservazione. Il mio vecchio amico Dorso dirige a Napoli un quotidiano "meridionalista." Buona fortuna a lui e ai suoi amici. Ma il "meridionalismo" può essere pericoloso come il "regionalismo," se non è bene inteso. Giustino Fortunato insegnò che l'Italia meridionale deve non domandare leggi speciali, ma riforme nella politica generale che sieno vera– mente adatte ai bisogni delle classi povere in tutta l'Italia.. Siccome l'Italia 626 BibliotecaGino Bianco

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