Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale lunghe e penose resistenze. Erano disorganizzati, impauriti delle minacce, attratti dalle lusinghe e dalle promesse, non protetti da nessuno, avvezzi per secolare tradizione ad aver sempre torto. Alla fine cedettero e firmarono il contratto di abbonamento per cinque anni. E la iniquità di quel contratto è messa in luce ai loro occhi dal fatto, che anche le paranze che vanno a pe~ scare all'estero - quasi un terzo di esse si dà continuamente il cambio in · questa forma di emigrazione temporanea - devono continuare a pagare in patria il canone mensile di abbonamento, mentre lavorano e pagano le tasse locali in Grecia, in Egitto, nell'Asia Minore. Spesso avviene, che una paranza, costretta a lunga inazione dai tempi cattivi, dalla necessità di riparazioni, e qualche volta anche dalla mancanza di personale a bordo, non appena ha potuto uscire a pescare, ha dovuto al ritorno rinunziare a tutto il provento della pescata, che era assorbito dal pagamento del canone mensile del dazio! Se una paranza è spinta dal vento ad approdare e vendere nei paesi vicini, il ·pesce pescato paga qui il dazio consumo, mentre la paranza paga sempre anche a Molfetta! Il contratto di abbonamento tra i pescatori ed il Comune fu fatto, come dicevamo, nel 1908 ed è scaduto il 31 dicembre 1912. Tre anni or sono il Comune cedette per sei anni la esazione dei dazi ed i contratti di abbonamento con i pescatori ad un appaltatore. Questi sa– peva nell'atto di assumere l'appalto, che il 31 dicembre 1912 sarebbe scaduto l'abbonamento fra il Comune ed i pescatori. In previsione di questa even– tualità si era preparato ad imporre ai pescatori un nuovo contratto di abb(}l– namento - sembra - piu elevato di quello del quinquennio precedente. E con la tariffa comunale alla mano poteva e può sempre tenere i pescatori per il collo:. se vogliono la "libertà," debbono abbonarsi alle condizioni che pre– tende lui; se rifiutano l'abbonamento, addio "libertà." E se i pescatori nelle operazioni dello sdaziamento, che non è detto debbano essere per i loro begli occhi facilitate, perderanno la pazienza, tanto peggio per loro. Diversamente la pensano i pescatori. Questi nel settembre 1911 si sono riuniti in una "Alleanza mutua cooperativa fra armatori, proprietari e ma– rinari di bilancelle da pesca," che conta oggi piu di duemila soci. Alla Cassa dell"' Alleanza" ogni paranza versa un contributo settimanale di cinque lire: è la cosiddetta "colonna," cioè la somma, che per secolare tradizione toccava _ogni settimana alla ciurma di ogni paranza, perché se la godesse... ubria– . candbsi. I pescatori hanno abbandonato questa triste consuetudine della ubriacatura settimanale, e la "colonna" dà i fondi per una cooperativa di consumo che fornisce le provviste di bordo (biscotti, gallette, vino, olio), e per assegnare ai soci un sussidio d'invalidità per malattia o per vecchiaia, sovvenirli nei casi d'infortunio sul lavoro, ecc. Fanno parte dell'" Alleanza" lavoratori e padroni. È un caso tipico di "collaborazion~ di classe,'" in alcuni punti favorevole anzi che no ai padroni; BibliotecaGino Bianco

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