Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale si riflette una situazione che, mutatis mutandis, è quella di tutto o quasi tutto il Mezzogiorno d'Italia. Nel comune aperto di Molfetta, per concorde amm1ss10ne di tutti (ap– paltatore del dazio, Amministrazione comunale, pescatori), si consumano in media circa cinque quintali di pesce fresco al giorno; i quali sulla base dell'attuale tariffa comunale, stabilita nel 1908, dovrebbero fruttare non piu di 15.000 lire ali'anno. Il dazio di minuta vendita sul pesce, invece, è appaltato dal Municipio per 38.000 lire annue, come se il consumo fosse di circa tredici quintali al giorno. , E queste 38.000 lire annue sono state pagate nel quinquennio passato in abbonamento dalle circa 200· barche da pesca, in rate mensili, varianti secon– do la ìmportanza delle barche, da lire 32 a lire 24 ogni paranza (cioè coppia di barche da pesca). · Per obbligare i pescatori al pagamento di un canone cosf iniquo, la ta– riffa daziaria divide il pesce in due categorie, per ognuna delle quali è considerata minuta vendita ogni vendita non superiore ai 50 kg. E poiché è assai raro che una pescata produca piu di 50 kg. per ciascuna delle due categorie, ne consegue che i pescatori sono considerati, agli effetti della ta– riffa, come venditori a minuto, e perciò tocca a loro l'obbligo di pagare il dazio non appena è avvenuto lo sbarco e il pesce è stato acquistato all'in– canto dai rivenditori veri e propri. Avvenuto cosi'.il passaggio dalle mani dei pescatori-produttori (iniqua– mente considerati come i rivenditori a minuto) alle mani dei veri e propri · pescivendoli, il pesce fresco in parte (cioè in media 5 q. al gio-rno) è riven– duto davvero al minuto per il consumo, locale; e il resto viene esportato. Questo sistema non solo libera da ·ogni seccatura i pescivendoli, ma obbliga i pescatori a pagare il dazio anche sul pesce che non si consuma nel comune e che è venduto per l'esportazione. Il quale pesce esportato, poi, paga un altro dazio nel comune a cui è destinato - a spese del pescivendolo locale questa volta. Cosf i pescatori sono obbligati a pagare un dazio quasi triplo di quello che il Comune avrebbe diritto di riscuotere se il dazio cadesse solamente sulla minuta vendita e sul consumo locale. Un'altra iniquità ancora piu raffinata contiene la tariffa daziaria in causa, grazie alla divisione del pesce in due categorie. La seconda di queste categorie, comprende alcune determinate varietà di pesci, purché non sieno piu lunghi di dieci o nove o sei centimetri; la prima categoria comprende, invece, tutti gli altri pesci ed anche quelle va– rietà contemplate dalla seconda categoria che superano le lunghezze suddette . . Se i pescatori volessero - come è loro diritto - pagare il dazio sul pesce realmente venduto, il che si dice stare a tariffa, dovrebbero anzitutto allo sbarco far pesare il pesce alla pesa municipale, presentandolo diviso in due 542 BibliotecaGino Bianco

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