Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale no, non lo vogliono, lo subiscono, lo temono, che cosa intendono farne? (S1 veda a questo proposito l'articolo seguente del Savelli. 1 ) Insomma, il giorno in cui riprendessero il timone politico, come lo ten– nero nel 1901-1902, ritorneranno a perdere tutto il loro tempo col riposo festivo, con l'Ufficio del lavoro, con la Banca del lavoro e simili altre rifor– me, non mai discusse e autorizzate dai congressisti, dovute alle semplici iniziative personali di questo o quel deputato, o sbagliate, o di scarsa im– portanza, o estremamente discutibili, e in tutti i casi utili solamente a pochi gruppi proletari meglio agguerriti e perciò meno bisognosi degli aiuti le– gislativi -; oppure intendono battere una nuova strada? A queste domande nessuno vuol rispondere. Si tengono congressi con– tinui per discutere sempre nuove redazioni dell'atto di fede socialista. Ma si scantona sistematicamente in tutti i congressi di fronte a tutti i problemi di azione concreta. Cosi'.ogni congresso si chiude con una nuova redazione del simbolo degli apostoli; ma i deputati, e i giornalisti, e gli amministra– tori di organizzazioni restano sempre con le mani libere per fare quello che vogliono, cioè per badare agli interessi dei soli gruppi organizzati e influen– ti, travestiti da "proletariato. 11 Impreparazione a discutere i problemi tecnici della politica naziona– le? - Si'..- Ma anche cattiva volontà. - Perché sono molti anni che que– ste verità sono dette e ridette e rifischiate alle orecchie del partito. Ma è stato sempre fiato sprecato. Ognuno aveva da badare ai "fatti propri, 11 ed aveva a noia come importuni disturbatori coloro che si sforzavano di agi– tare qualche problema di vero interesse democra~ico e nazionale. Ora, un partito ridotto a questa atonia intellettuale e morale, non è un partito agonizzante e forse morto, anche se nel campo della critica nega– tiva - di quella che non accompagnata da azione positiva non è che bella e buona maldicenza - continua ancora ad agire e dar segno di esistere? A noi pesa assai scrivere queste amare parole. Il partito socialista è stato l'albero alla cui ombra noi abbiamo sognato i sogni piu puri della nostra gioventu. - Gli uomini, che hanno fondato e che dirigono tuttora questo partito, sono stati i nostri piu efficaci educatori. - Ma non mai piu che nei momenti in cui abbiamo criticata e com– battuta l'opera, che ci sembrava e ci sembra tuttora funesta, di questi uo– mini, che ci siamo sentiti loro discepoli e quasi loro figli intellettuali. - Noi difendevamo contro di essi l'ideale, che essi ci avevano educato ad a– mare e a porre sopra ogni altra cosa al mondo. Ed è appunto la fede sempre viva in questo ideale, che ci spinge an– che oggi a ripetere: "Il partito socialista quale ha funzionato in questi ultimi anni, non è degno di esistere piu. O si rinnova sulla base di idee positive chiare e concrete; o è bene che al piu presto si dissÒlva. 11 1 Cfr. R. SAVELLI, Suffragio universale e democrazia, in "L'Unità," 30 dicembre 1911 [N.d.C.] 508 BibliotecaGino Bianco

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