Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale 6. Come le classi dirigenti settentrionali secondano e sfruttano la pi'ccola borghesia meridionale Quando in un paese la corruttela delle classi dominanti. è giunta al punto di bestialità, in cui è ormai sprofondata la borghesia meridionale, una crisi o prima o poi diventa inevitabile: le classi inferiori scuotono il giogo che le opprime, si dànno al saccheggio e alla strage, obbligano la classe dominante a rinnovarsi. Dopo la crisi, se la classe dominante ha ancora in sé delle energie restauratrici, la rigenerazione morale e politica del paese avviene con relativa rapidità. Se la classe dominante è cosf marcia che non sia capace di esprimere da sé nessuna scintilla d'intelligenza e di moralità, si ha un periodo piu o meno lungo di anarchia sanguinosa, at– traverso cui si costituisce una nuova gerarchia sociale. Talvolta nel processo di rielaborazione interviene uno stato estero. Il quale può seguire politiche assai diverse: puntellare le classi dominanti contro gli oppressi; oppure abbandonare senz'altro al proprio destino le vecchie oligarchie imputridite, e sostituirle con personale proprio, appog– giandosi al favore delle classi inferiori; oppure pròmuovere localmente una lenta formazione di nuove classi dirigenti .migliori delle antiche, in modo da rinnovare socialmente e moralmente il paese a poco a poco senza scosse brusche e sanguinarie. Lo "stato estero," che interviene continuamente nel Mezzogiorno, è l'Italia settentrionale. E v'interviene esclusivamente a difendere la piccola borghesia delinquente e putrefatta contro il malcontento dei contadini. Questa complicità passiva ed attiva, che le classi dominanti nel Nord dànno alla piccola borghesia dominante nel Mezzogiorno, è spiegabile solo in parte con la indifferenza e col lasciar andare della Terza Italia. L'amoralismo e il cinismo sono alimentati da una fortissima dose d'inte– resse. Finché, infatti, il predominio politico e la rappresentanza parla– mentare del Mezzogiorno saranno esclusivamente nelle mani di una pic– cola borghesia affamata e facilmente quietabile con impieghi è beveraggi personali, la politica doganale e tributaria dello Stato potrà sempre essere fatta nell'interesse esclusivo del capitalismo protezionista e affarista del– l'Italia settentrionale, e a spese della classe lavoratrice di tutta l'Italia e specialmente dell'Italia meridionale. L'ascaro meridionale non chiede che di vivere e lasciar vivere. Finché nessuno lo disturberà, egli sarà sempre a tutta prova, con qualunque indi– rizzo di governo, ministeriale. Ma guai a chi lo minaccia negli interessi immediati suoi e della sua clientela. Guai a chi gli rifiuta i piccoli, conti– nui servigi giornalieri, di cui egli e i suoi elettori hanno necessità. Qua– lunque gruppo di uomini onesti, di qualunque partito, voglia mettere un po' di freno alle iniquità di una sola fra le clientele che fan capo a un deputato meridionale, è sicuro di trovarsi contro la marmaglia tutta 492 BibliotecaGino Bianco

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