Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Se il colera colpisse non la poveraglia ma i "galantuomini," in un modo o in un altro si troverebbero bene gli espedienti piu opportuni per rendere meno penose a lor signori le misure profilattiche. Ma la poveraglia è forse parte della umanità? Se resiste, come meglio sa e può, allo scempio del suo misero cuore, tutti gridiamo - socialisti compresi - che è "bar– bara." E cosf la nostra coscienza è tranquilla, e la scienza di laboratorio è salva. Ammettiamo, ad ogni modo, che sia necessario non solo isolare l'am– malato e la famiglia dal resto del mondo, ma anche sbalzare l'ammalato a morire a destra e la famiglia a piangere a sinistra. C'è modo e modo per procedere. in siffatta operazione. Questa popolazione, ignorante, sissignori, ignorante - e voi non potete farla diventare sapiente dalla sera alla mattina in occasione del colera, do– po che non ve ne siete mai occupati per anni ed anni - questa popolazione non è avvezza a veder trasportare gli ammalati nella bàrella. La barella su– scita in quelle menti un po' primitive l'idea della cassa mortuaria e della morte. Fino a ieri in questi paesi gli ammalati si usava trasportarli in car– rozza: andare in carrozza è un po' "fare i signori." Le autorità stesse han– no riconosciuto dopo i tumulti, che era bene ritornare all'abitudine della carrozza, sebbene il veicolo perfetto sia la barella. Ma c'era bisogno proprio dei tumulti perché i "barbari" ottenessero ciò che era stato rifiutato finché erano rimasti tranquilli? Né basta. I trasporti nei primi giorni si fecero con una teatralità, che sarebbe ridicola, se si avesse cuore di ridere in questo genere di affari. Uno sciame di giovanotti di belle speranze invadeva la casa colpita dalla sventu– ra, e ne portava via l'ammalato in pompa magna, come se fosse Gesu sa– cramentato. Persone degnissime di fede mi hanno descritta qualcuna di queste pagliacciate. Innanzi tutto, un venerabile massone con una mazza per aria, facendo segno alla gente che si scostasse; poi dei volontari cicli– sti ... coi moschetti, march ... fianc destr... alt; di sera, anche, delle lampade ad acetilene, .per strade che sono illuminate ad elettricità con lampade di cinquecento e di mille candele; e uno sbucar di gente da tutti i vicoli a vedere il corteo, a compassionare il malato, a suggestionarsi, a pensare ai . . casi propn. Quei volontari ciclisti, quegli infermieri piu o meno improvvisati, quei venerabili solenni, erano certo brava gente, piena di buona volontà, deside– rosa di fare il bene. Ma il bene non basta volerlo, bisogna saperlo fare. E al dolore della povera gente si deve avere riguardo giustappunto come a quello di lor signori. E il colera deve spingervi a fare il bene per il bene, non per mettere in mostra i moschetti, le divise pseudo-militari e le lampade ad acetilene. Sarà forse che io sono un barbaro puro sangue: ma se avessi una persona cara morente, e venissero a strapparmela in proces– sione, con una pubblicità cosf crudele e forsennata, difficilmente resisterei alla tentazione di accogliere i "benemeriti della pubblica salute" a colpi 438 BibliotecaGino Sianco

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