Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale cale troverà sempre maggiori difficoltà di penetrazione che nel Nord e nel Centro d'Italia. Nel Nord i contadini vivono sparsi e dissociati per la campagna, restii perciò ad _accogliere la coscienza dei loro interessi di classe, esposti alla continua influenza personale del parroco. Questi vive a contatto con essi, li conosce ad uno ad uno, è spesso il loro consigliere ed amico, in qualche luogo fa ancora da medico e da maestro eiementare. È abbastanza istruito per essere rispettato dai suoi parrocchiani, ma non tanto da sentirsene trop– po lontano; è abbastanza agiato per godere di una certa superiorità su coloro coi quali deve vivere, ma non tanto .da essere considerato appartenente ad una diversa e superiore classe sociale. Nel Mezzogiorno, invece, i contadini vivono agglomerati a migliaia nelle borgate; si contano la mattina in piazza, quando aspettano di essere arruolati per il lavoro; si contano la sera, quando ritornano in lunghe fìle dalla campagna; quella unità psicologica e quella coscienza di classe che è data agli operai industriali della fabbrica, è data ai nostri contadini dalla borgata: e questa condizione, oltre a quella della spaventevole oppressione di cui le moltitudini meridionali sono vittime, perché prive di ogni difesa legale, spiega perché sieno cosf facili nel Sud i tumulti rurali, che sono quasi del tutto ignoti nel Nord e nel Centro d'Italia. Su queste masse im– ponenti il clero non ha influenza di sorta: non esiste nessun rapporto perso– nale continuo fra i singoli contadini e il parroco. I preti, in generale, venen– do anch'essi da quella piccola borghesia da cui vengono gli avvocati, i professionisti, gli impiegati, gli spostati, ed avendo tutti i vizi e tutte le abiezioni della classe da cui emanano, non hanno nessun prestigio e non esercitano alcuna supremazia morale. Sono, agli occhi del contadino, indi– vidui che fanno scongiuri magici per santificare certi momenti solenni della vita, per garantire le raccolte dagl'infortuni e per assicurare il paradiso a suo tempo - e anche a questo, ormai, si comincia e non credere piu -; ma non hanno autorità di sorta nelle questioni concrete di interesse imme– diato. "Ai parrini (preti)," dicono i contadini siciliani, "sentici la messa e battici li schini (la schiena)." Il prete in generale partecipa nel Sud alla vita politica ed amministrativa non in quanto è prete, ma in quanto è proprie– tario o affarista o piccolo-borghese bisognoso dei favori del sindaco e del deputato. Non è raro il caso di preti e di canonici, che vendono il voto per denaro. -A documentare le nostre affermazioni, ci si consenta di addurre un caso piu caratteristico degli altri. Nelle elezioni dei rappresentanti dei maestri per le Commissioni ammi– nistrative dell'Ente per gli orfani, si sono trovate di fronte, alcuni mesi or sono la lista della Unione magistrale nazionale, di tendenza democratica, e la lista della clericale Associazione Niccolò Tommaseo. Ebbene ecco i voti riportati dalle due liste: 418 BibliotecaGino Bianco

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