Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universale ( specialmente in rapporto al problema meridionale) Ma questo non vuol dire che l'analfabeta sia un incapace o un cretino. Se cosi fosse, l'Italia, che è un paese di analfabeti, sarebbe un paese di cre– tini. L'analfabeta non sa fare un'addizione o una moltiplicazione con la penna in mano; ma la sa fare a mente benissimo. Non sa tradurre le sue idee dal dialetto nella lingua letteraria, e non sa mettere le parole sulla carta; ma sa ragionare a voce, e difendere i suoi interessi, e molti analfa– beti hanno mille. volte piu buon senso di parecchi dottori. L'essere analfa– beta è una disgrazia. Ma questo non deve essere un motivo per caricare l'analfabeta con l'altra disgrazia di considerarlo come una bestia da soma, privo di intelligenza ed incapace a tutelare i suoi interessi ed esercitare i suoi diritti. Certo, piu istruite s9no le classi lavoratrici, e meglio è. Ma ci vuole ben altro che il sapere leggere e scrivere perché un cittadino si possa preten– dere uomo istruito, e meglio ancora uomo di buon senso. Se veramente l'eserdzio del diritto elettorale dovesse richiedere una sapienza speciale, al– lora la differenza non si dovrebbe fare fra alfabeti e analfabeti; bisogne– rebbe farla molto piu in là. Bisognerebbe obbligare tutti i cittadini, prima di diventare elettori, a un esame difficilissimo di scienze sociali. E allora quanti deputati e senatori non sarebbero bocciati ed esclusi dal diritto elet– torale? Bisogna distinguere nettamente fra la preparazione tecnica necessaria all'eletto, e la capacità politica necessaria all'elettore. Chi si presenta candi– dato e chiede il voto, quello si che dovrebbe essere fornito di una notevole dose di cultura, per essere capace di risolvere i problemi della pubblica amministrazione. E i partiti, che sono sforniti di uomini tecnici, come sono purtroppo molto spesso i partiti democratici, anche se hanno dietro a sé il numero, anche se riescono a conquistare i poteri pubblici, ben presto si avvedono di non potervisi mantenere, perché non sanno da che parte ri– farsi, commettono errori su errori, e alla fine sono scacciati dagli uffici, che hanno potuto conquistare, ma non sono capaci di conservare. L'elettore, in– vece, non ha l'ufficio di risolvere i problemi: ha quello molto piu semplice e piu modesto di proporli e di imporli ai pubblici poteri. L'elettore in fondo, nell'atto che vota, non fa altro che dichiarare se è contento o se è malcon– tento di coloro, che fino a quel momento sono stati deputati o consiglieri comunali. Se è contento li riconferma; se è malcontento vota per altri; e con questa minaccia di votare per altri, obbliga gli eletti a studiare i suoi bisogni e a cercare i rpezzi per soddisfarli. La vera capacità politica si acquista, piu che coll'imparare a leggere e scrivere, partecipando •alla vita pubblica mediante l'esercizio del diritto elettorale. Il suffragio universale è un grande strumento di educazione politica, perché obbliga tutti i partiti a rivolgersi al cittadino elettore, a illuminarlo, convincerlo, trascinarlo a votare, fargli sentire i suoi diritti e la sua dignità. Finché il cittadino non sarà elettore, nessuno avrà nulla da sperare o da 413 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=