Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universale ( specialmente in rapporto al problema meridionale) prio: non può dire che vuole il potere per malfare e per strafare. Ha biso– gno di qualche formula politica da scrivere sulla sua bandiera. Tutte le formule sono, però, buone. Cosf voi la vedete ora prendersi di grande af– fetto per i pr~ncip1 della sacrosanta conservazione sociale e volgersi verso il clericalismo, ora ardere di eterno amore per il progresso universale e fare l'occhiolino dolce alla democrazia. Oggi è la volta della democrazia. La banda non: sarebbe aliena dall'arrivare fino al socialismo. Certo, da un'alleanza fra giolittismo e socialismo molti utili potreb– bero ricavare le organizzazioni lavoratrici del Nord, purché abbandonas– sero al loro destino i contadini del Sud: maggiori, anzi, sarebbero i de– litti nel Mezzogiorno, e maggiore condiscendenza il giolittismo avrebbe per le organizzazioni settentrionali. Né occorrerebbero complicità attive; ché anzi non sarebbe vietato di tanto in tanto, nelle grandi occasioni, metter su qualche fiammata di comizi di protesta o lanciare qualche sca– rica di ordini del giorno contro il Governo... alleato. Il giolittismo non ha paura di queste armi. Quel che gl'importa è di non esser assalito atti– vamente alle radici; quel che gl'importa è che rimangano disarmati in baHa delle sue clientele i contadini meridionali. "Io non voterò mai il suffragio universale/' ha detto l'onorevole De Bellis 11 : e l'onorevole De Bellis è Giolitti; è la maggioranza. Con quale mezzo gli scettici del suffragio universale, i "pratici,, del movimento proletario, sperano smuovere l'attuale equilibrio delle forze parlamentari? in cui né può vivere un ministero di conservatori onesti, perché si troverebbe contro il brigantaggio giolittiano e l'Estrema Sinistra; né è possibile un ministero democratico... democratico cioè di democratici nazionali e non solamente settentrionali, perché si troverebbe contro i con– servatori onesti e il brigantaggio giolittiano. Molto spesso sentiamo dire che la restaurazione della giustizia e della moralità deve essere nell'Italia meridionale opera del Governo. E da ses– sant'anni tutti dicono la stessa cosa. E da sessant'anni le cose vanno sempre peggio; perché non potrebbero andare altrimenti. Anzitutto, un Governo di buona fede e di buona volontà non può esistere, perché i deputati meridionali e i deputati settentrionali... meridio– nali lo farebbero saltar per aria. Siamo in un circolo vizioso. Il problema va risoluto non a Roma, ma nelle province, distruggendo col suffragio universale il monopolio amministrativo e politico delle camorre locali. Anche ammesso che potesse non solo costituirsi per circostanze ecce– zionali, ma anche vivere a lungo, un Governo moralizzatore dell'Italia me– ridionale, dove troverebbe laggiu il punto d'appoggio per operare, dato l'attuale sistema elettorale? Sciolto un Consiglio comunale camorristico, dove trovare gli elementi per sostituirlo? Il corpo elettorale immutato con– tinuerebbe a rieleggere gli amministratori antichi; oppure dell'azione epura- 11 Vito De Bellis. Cfr. nota 9 a p. 369. [N.d.C.] 411 BibliotecaGino Bianco

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