Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale nemmeno prima di portare la questione alla Camera di mettersi a con– tatto con le forze extraparlamentari della organizzazione politica ed econo– mica, per eccitarle alla nuova èonquista e parlare nella Camera forti del loro consenso: occorrerebbe allora presentare il problema in tutta la sua integrità per aver la maggior quantità possibile di forze concordi nella battaglia. Ohibò! Dalla moltitudine i deputati non sperano piu nulla: è materia amorfa e inerte. Faranno tutto essi con le loro abilissime e sapientissime combinazioni di corridoio. . E cominciano col ridurre al minimo possibile le loro domande; facili– tano, facilitano, facilitano tutti i problemi per avere il consenso- di tutti; si mettono al punto di vista dei loro avversad, o meglio ex-avversar1, e fanno la proposta che farebbero i loro avversart Cos1 non sono piu i partiti conser– vatori che si sforzano di disorganizzare la classe lavoratrice con provvedi– menti frammentad, che dividono qualche gruppo d'avanguardia dal resto dell'esercito e diminuiscono cos1 la forza di pressione di tutto l'esercito; ma sono i deputati socialisti, che assumono fin da principio questa funzione eminentemente conservatrice. E la legge, che deriva da questo genere di manovre, che éssi chiamano tattica riformista ma che son la piu goffa cari– catura del riformismo, la legge che ne deriva non è piu la risultante fra la massima possibile pressione esercitata dalla massa lavoratrice per mezzo del Gruppo parlamentare socialista e le resistenze conservatrici; è la risul– tante di una amichevole conversazione fra i deputati socialisti, che si met– tono fino da principio nei panni dei ministri e dei deputati della maggio– ranza e rubano il mestiere ai capi-divisione dei ministeri, - e i ministri e i deputati della maggioranza, che oramai non hanno piu nulla da per– dere nel fare sfoggio di "alte idealità," e che possono benissimo dire ai deputati socialisti: "Ma noi siamo socialisti quanto voi e piu di voi." Ed ecco spiegato perché il quietismo sia oramai lo stato d'animo per– manente del Gruppo parlamentare. Perduta ogni fede nella capacità del partito a compiere grandi sforzi d'insieme, abbandonato come vano ogni tentativo di suscitare alcuno di questi sforzi, ridotti nell'arena parlamen– tare a contare sulle loro sole forze senza alcun vigoroso consenso delle moltitudini che stanno fuori della Camera - non è fatale che i deputati socialisti si accontentino di qualunque concessione, anche minima, faccia il Governo, visto e considerato che il Governo potrebbe anche non farla, non essendovi nulla che realmente lo costringa ad essere "democratico"? non è naturale che i deputati socialisti facciano la figura di cani affamati intorno a una tavola imbandita, della quale possono disturbare i tripud1, e da cui' reputano gran ventura poter afferrare di tanto in tanto qualche briciola o qualche osso per portarlo a chi sta fuori a digiunare? non è naturale il cos1 detto "giolittismo" del Gruppo parlamentare, che tende a perpetuarsi anche al di là dello stesso Giolitti, che non è precisamente il ministerialismo, ma è piuttosto la riluttanza a passare all'opposizione: rilut- 398 BibliotecaGino Bianco

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