Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Cooperative di lavoro e movimento socialista di concedere e di negare, cioè di essere e non essere "democratico"; e se nel patrocinare la domanda della cooperativa il deputato, che avrebbe reputato disonorevole per sé fare la stessa domanda per un appaltatore, trova che do– po tutto il ministro è "un buon uomo," e il Ministero di cui egli fa parte è "favorevole alla classe lavoratrice," e cosi attenua, senza rendersene con– to molte volte, quello spirito di opposizione che dovrebbe essere vigile in lui per infiniti altri motivi d'interesse generale; e se gli operai cooperatori, dopo avere intinto per la prima volta il dito nel miele del meccanismo go– vernativo, trovano piu "proletario" che il deputato lavori per essi nel gabi– netto di un ministro, e non sarebbero altrettanto soddisfatti se lo stesso de– putato sperdendosi dentro alle "ciancie dei .professori" .si mettesse in condi– zione da non poter nulla chiedere per il "proletariato" in via amichevole a nessun ministro; - in questo caso io ho il diritto di affermare che quegli operai e quel deputato, per quanto in buona fede, sono fuori, anzi sono contro il movimento socialista. E, viceversa, voi, signori cooperatori, siete liberissimi di mettermi allo spiedo, perché ho detto male di Garibaldi, cioè a dire di quello che voi vi immaginate sia il "proletariato." Ma mi dovete mettere allo spiedo per le idee mie, non p~r le idee altrui. E se altri ha parlato di speculazioni ban– carie, di affari personali, ecc., ecc., e la vostra mente è preoccupata da questo genere di roba, non è vostro diritto leggere nelle mie parole ciò che è nella testa vostra, e che io avrei ben detto se fosse stato nella testa mia. * Ed è pure evidente a chi esamina il mio pensiero senza gli occhi storti di chi vivendo tutta la vita a contatto di certe organizzazioni ha perduto ogni visione sintetica del moto generale della classe lavoratrice - gli alberi non gli lasciano vedere la foglia - è evidente che i miei critici sono usciti fuori di carreggiata, allorché si sono elevati a difendere contro di me ''l'ono– re della organizzazione operaia." L'organizzazione operaia, per nostra for– tuna, non è tutta nelle cooperative di lavoro: è anche e, secondo me, so– prattutto nelle organizzazioni di resistenza e nelle cooperative di consumo, che obbediscono a leggi economiche e psicologiche assai diverse, e per molta parte opposte, a quelle delle cooperative di produzione e di lavoro. Ed è per lo meno azzardato gabellarmi per nemico della organizzazione operaia, solo perché metto in luce gli effetti non buoni e i pericoli che una specia/,e forma dz' organizzazione operaia ha oggi nel nostro paese,. data la dùtribu– zione regionale della detta forma, e dato il nostro sistema elettorale. L'onore, non delle sole cooperative di lavoro, ma di tutta la organizzazione politica ed economica della classe lavoratrice italiana, è stato compromesso piu assai dall'adesione - non politica, ma personale! - data da un deputato sociali– sta alla glorificazione del principale responsabile, dopo Giovanni Giolitti, 363 BibliotecaGino Bianco

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