Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riforme sociali e riforme politiche do curare. Data la conformazione geografica d'Italia, i giornali devono essere regionali: i giornali di Roma non possono servire che al Centro e a una parte del Sud: zona d'influenza, che pel giornale socialista è ingrata, sterile, micidiale. Il Nord deve o prima o poi emanciparsi dal giornale di Roma. Ne consegue che l'Avanti! di Roma dev'essere necessariamente un giornale passivo: potrà in periodi eccezionali essere attivo, come nella estate del 1898, quando in Lombardia erano soppressi il Secolo e l'Italia del popolo, e tutti i democratici dovevano comprare, in mancanza d'altro, il giornale socialista; o come negli ultimi mesi dell'ostruzionismo (1900), in cui lo spirito pubblico aveva raggiunto un'altissima tensione, e l'Avan– ti! ne era la espressione piu magnifica; o come in quest'anno passato, in cui il trapasso clamoroso del giornale dai riformisti ai rivoluzionari, il concorso di tutti per impedire che l'organo del partito morisse, e i metodi giornalisti ultrabarnumeschi di Enrico Ferri hanno creato una condizio– ne eccezionale. Ma in condizioni normali l'Avanti! di Roma, soprattutto dopo la nascita di quotidiani socialisti settentrionali, deve essere un gior– nale di scarsa tiratura, e perciò passivo. Supponete che a questa causa di permanente debolezza si aggiunga l'altra: che il direttore dell'Avanti! esca fuori di strada e non senta piu bene lo stato psicologico del partito, come avvenne di Bissolati dopo Imola; supponete per giunta che una fazione di "compagni coscienti," in omaggio all'" unità del partito," prevalendosi del nome e del prestigio di Enrico Ferri, senza che costui faccia nulla per sciupare il gioco, si accordino per boicottare il giornale: e il giornale è fi– nito. Date queste condizioni, l'abbandono dell'Avanti! da parte di Bissolati era un atto di lealtà obbligatoria. Con questo si dirà da alcuni che io vo– glia diminuire il valore morale dell'atto di Bissolati; ma Bissolati è un tale uomo da non aver bisogno che i suoi ammiratori - e fra i piu fervidi mi pongo io - gli attribuiscano meriti che non ha. I rivoluzionari - è vero - conquistarono l'Avanti! con le arti del lupo, e vi si mantengono con quelle della volpe. Ma - bisogna anche riconoscerlo - conquistaro– no una posizione, che i riformisti per i loro errori non potevano piu con– servare. La perdita dell'Avanti!, effetto dello scoraggiamento impadronitosi dei riformisti pel troppo prolungato ministerialismo e per l'erroneo rifor– mismo sociale, diventò causa per i riformisti di nuove sconfitte. Sparirono dall'Avanti! le polemiche aperte e imprudenti, ma leali, che esasperavano i rivoluziouari, erano biasimate dagli amici della concordia, e indeboli– vano finanziariamente il giornale; ed è· cominciata l'èra delle ipocrisie ve– lenose, delle insinuazioni fratellevoli e dolciastre, degli articoli invocanti l'unità del partito subito dopo avere accennato che i piu eminenti dei ri– formisti non sono che radicali travestiti e quindi van messi alla porta. La cronaca delle province, passata in mano di rivoluzionari, è divenuta stru- 303 BibliotecaGino Bianco

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