Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale di legislazione sociale. Su ciascuno di questi argomenti ciascuno dei quarantamila animali politici, che formano i nostri circoli, dirigono le organizzazioni economiche e tengono comizi a perdifiato, amerebbe sa– pere che cosa egli dovrebbe pensare per poter pensare ad operare d'ac– cordo con gli altri compagni. - Se non si può oggi· escogitare nessuna riforma ragguardevole utile al proletariato, l'uomo della strada grid~ raca alle riformette e viva la rivoluzione. - Le soluzioni ci sarebbero, ma tro– vano un ostacolo insuperabile oggi in una unica massa reazionaria? In questo caso, non essendoci nulla di concreto e di immediato da fare, viva la "formazione delle coscienze socialiste," e abbasso la transigenza elet– torale. - L'unica massa reazionaria potrebbe oggi espugnarsi con un "atto risolutivo"? Viva il sassolino che infrangerà la macchina. - Una parte della borghesia oggi dà affidamento serio di attuare un gruppo di riforme utile al proletariato? Viva la transigenza elettorale, il riformismo, il ministerialismo. - Per raggiungere un insieme di riforme importanti e utili per davvero, è proprio necessario oggi che un socialista sia mini– stro della monarchia? Evviva il socialista ministro della monarchia! - Domani, mutate le condizioni, le moltitudini si proporranno altri pro– blemi concreti, circoscritti, transitori: magari faranno a brani quello stesso "caro compagno," a cui oggi intimano imperiosamente di essere ministro della monarchia. - Questa è la psicologia delle folle e dei partiti, i quali dimenticano e non prevedono. Ed è bene che sia cosi'..Guai se la classe operaia ricordasse e prevedesse, se fosse formata tutta di ideologi e di causidici, se fosse avvezza al ragionamento deduttivo anzi che all'azione empirica: si spezzerebbe ad ogni piè sospinto in ritardatari, attaccati come ostriche alle idee di ieri, e in precorritori frettolosi e importuni delle idee di domani; e non resterebbe piu nessuno a risolvere i problemi d'oggi, che non hanno nulla da vedere né con quelli di ieri né con quelli di domani. Non il nostro modo di pensare determina il nostro modo d'essere, ma il modo d'essere il modo di pensare, diceva Carlo Marx; e già prima di lui Carlo Cattaneo aveva detto che, prima che i fatti vengano dalle idee, le idee vengono dai fatti. Questa essendo la legge secondo cui pensano e operano le moltitu– dini e i partiti, è fatica vana e pericolosa proporre ai congressi problemi teorici di portata universale. Di fronte alle questioni astratte e complesse, la folla o resta interdetta e disorientata, oppure non coglie che quei soli elementi del problema, che hanno rapporto diretto con le condizioni at– tuali; tratta e risolve questi, e nega tutti gli altri, chiudendo le porte all'avvenire. I congressi devono liquidare il passato, fotografare il presente, non impegnare l'avvenire. Perciò è necessario che le discussioni e delibe– razioni vertano su temi determinati e attuali. L'ordine del giorno Bissolati era la violazione piu completa di queste norme elementari di psicologia collettiva: guardando la tattica del partito socialista "sub specie aeternitatis," dimenticava di risolvere il problema 300 BibliotecaGino Bianco

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