Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale dello Stato,!' deliberò di imprendere una lotta "dentro e fuori il Comune, contro l'oppressione fiscale dello Stato." Per gli ultimi mesi del '99 e per i primi del '9'00 fu uno stillicidio inin– terrotto di ordini del giorno, votati dai Consigli comunali in favore della autonomia. Ma bisognava fare qualcosa di piu concreto e di collettivo. Il 23 feb– braio del 1900, nel Consiglio comunale di Parma, il consigliere socialista Laghi proponeva e gli altri consiglieri, anche della minoranza, unanimi ap– provavano un ordine del giorno: Il Consiglio comunale di Parma: considerando che la vigente legislazione, mentre carica di oneri spettanti allo Stato gli Enti locali, ne inceppa i movimen~i con esagerata tutela e ingerenze go– vernative; ritenuto che il Comune non può conseguire i suoi scopi senza il libero gover– no di se stesso e la esenzione completa delle spese e uffici di carattere nazionale; delibera: di promuovere una Lega tra i Comuni del Regno per ottenere sollecitamente l'autono– mia tributaria e amministrativa necessaria alla funzione economica e tributaria del Comune moderno. Pochi giorni dopo, il 7 marzo, si mosse finalmente anche il Consiglio comunale di Milano, il quale, su proposta del Gruppo repubblicano, votò il seguente ordine del giorno, appoggiato dai socialisti, accolto dalla giunta, consenziente la minoranza, tranne quattro consiglieri: Il Consiglio, considerata la preponderante ingerenza dello Stato nella vita del Comune, col paralizzarne le iniziative, coll'assorbire gran parte delle sue entrate, col riversare su di esso oneri, che dovrebbero essere a carico proprio, che non gli permet– tono di svolgere la sua azione civile nell'econòmia sociale, è convinto che, come rime– dio alle tristi condizioni attuali, si impone la necessità che si riformi la legge comu– nale e provinciale perché sia riconosciuta la sua autonomia; delibera inoltre di assecon– dare qualsiasi agitazione legale, a cominciare dal promuovere l'associazione tra i Co– muni italiani diretta a conseguire l'invocata riforma. Invita inoltre l'onorevole giunta a provvedere in conformità. Il lettore è pregato di non indugiarsi troppo ad ammirare la bellezza classica della forma. Osservi invece, come, con quest'ordine del giorno, che avrebbe dovuto essere il coronamento dell'agitazione finora fatta e il princi– pio di una nuova fase risolutiva, si inizi invece lo spegnimento dell'agita– zione per le autonomie. Quella, che nella tradizione popolare e nella stessa deliberazione del Consiglio comunale di Parma era èhiamata Lega per l'autonomia, nelle mani del gruppo - ahimè! - repubblicano proponente diventa una semplice Associazione fra i Comuni italiani3: semplice cam- 3 Il Consiglio comunale di Parma aveva convocato il congresso per costituire una "lega dei Comuni italiani." Il Congresso respinse con 46 voti contro 43 il termine "lega" pro– posto dai socialisti. [N.d.C.] 228 BibliotecaGino Bianco

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