Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

• Prefazione Tra tali nessi uno dei meno agevoli a chiarire è quello esistente tra il Salvemini socialista e il Salvemini dell'Unità. A prima vista si ha l'impressione di una frattura, e cosi egli stesso in certo senso la considerava, rifacendosi al senso di sollievo che gliene era venuto dalla sofferenza, quasi fisica, patita nel corso della lunga lotta all'in– terno del partito, derivata non dalla reattività degli avversari, ma dal loro torpore: infiniti colpi vibrati contro un muro di gomma. A suscitare l'idea della frattura concorrono del resto altri elementi: in prima linea la recisa condanna, con cui egli inaugura L'Unità, del partito socialista in particolare e dei partiti in genere, una condanna confortata dal consenso di Benedetto Croce, eh& di quella posizione denuncia invo– lontariamente i limiti, a,ssimilando i partiti politici a quel che sono nella retorica i generi letterari, e vagheggz·ando il ritorno ad una consociazione di notabili, pensosi del pubblico bene, di cui la vecchia Destra aveva for– nito l'inimitato esempio; l'attacco al movimento sindacale e cooperativo, che continua quello iniziato nel periodo socialista, non piu in termini di cri– tica, dura magari e unilaterale, bensz d~ agitazione violenta e di lotta a oltranza; il frantumarsi, insistentemente e da piu parti rilevato, della sua visione politica, che traeva in altri tempi organicità dal suo presupporre l'esistenza nel proletariato di una forza ri,soZ.utiva,e che si sminuzza ora in un problemismo e in un progettismo librati nel cielo delle soluzioni ottime, prescindendo dalle forze politiche, che attraverso mediazioni e com– promessi, trovano soluzioni mediocri ma concrete; e il rifiuto, d'altra parte, di arrivare alla negazione, ra_dicalee ùz blocco, del sistema nella prospet– tiva di un'alternativa rivoluzionaria. Questi ed analoghi rilievi hanno un loro fondamento, e valgono a porre nel dovuto risalto le differenze esistenti tra le due fasi della attività sal– ve_miniana.1 Neanche però è da ritenere infondata l'intuizione; presente in Salve– . mini, che. i partiti - e nel caso specifico quello socialista - tendono a cri– stallizzarsi in organizzazioni di interessi economici e politici dominati in ' larga misura da esigenze conservatrici, su cui può e deve esercitarsi il pun- golo di gruppi sciolti da ogni vincolo disciplinare, e in grado di mettere in circolazione idee e programmi che infiuenzino nella misura del possibile le grandi forze organizzate. Basti pensare a quel che han rappresentato nella storia d'Italia, e in particol-ctredel movimento socialista, gruppi come quelli de L'Unità, di Rivoluzione Liberale, di Quarto Stato,' e per certi aspetti, nel suo primo periodo, dell'Ordine Nuovo. D'altra parte è anche da aggiungere che, al di là delle differenze evi– denti tra le due fa,si, resta nell'opera di Salvemini, e nel complesso vi pre- 1 Su questo problema si veda in particolare: LELIO BASSO, Gaetano Salvemini socialista e meridionalista, Manduria, Lacaita Editore, 1959. XIX BibliotecaGino Bianco

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