Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale_ e il federalismo essi si troverebbero soli, senz'aiuti, di fronte al resto della popolazione malcontenta; chi li salverebbe allora dalla rovina? Ora, della classe latifondista e della classe proletaria, nel Parlamento è. rappresentata la sola classe latifondista. Il nostro sistema elettorale, - gli ammiratori della Sinistra si ricordino che è opera di Giuseppe Zanar– delli, - il nostro sistema elettorale, dando il diritto di voto solo a chi sa leggere e scrivere, esclude dal diritto di voto tutto il proletariato meri– dionale. Per questa ragione, laddove nel Settentrione i collegi elettorali contano 5, 6 e fino a 10 mila elettori, nel Sud gli elettori sono infinita– ment~ meno numerosi: nelle ultime elezioni,3 R1gola per essere eletto a Biella ha dovuto prendere 2965 voti contro Serralunga, che ne ha avuti 2430; Nofri, a Torino IV, ha avuto 2480 voti contro Badini, che ne ha presi 2224; Zerboglio ha avuto 2375 voti contro Frascara, che ne ha presi 2306. Invece, a Napoli II, Ungaro è riuscito con 800 voti; a Napoli X, Aliberti è riuscito con 855 voti; a Messina I, Noè è riuscito con 681 voti. E i con– fronti potrebbero continuare all'infinito. È inutile star a dimostrare quanto sia cretino il sistema elettorale, che fa dipendere la capacità politica dal saper leggere e scrivere: ognuno di noi conosce dieci analfabeti pieni di buon senso e dieci professori di università perfettamente idioti fuori dei loro studi, e magari anche nei loro studi. Il sistema però non deve apparir cretino ai proprietari meridio– nali dal momento che dà ad essi il monopolio del potere politico. Essendo quindi esclusi dall'elettorato precisamente quelli, che dell'uni– tà amministrativa, del militarismo, delle imposte, della reazione sono le vittime, che meraviglia se la deputazione meridionale è tutta unitaria, rea– zionaria, militarista, tassatrice? Se il proletariato settentrionale non sapesse leggere e scrivere: anche l'Italia settentrionale eleggerebbe deputati militari– sti e reazionari come i meridionali. La unanimità reazionaria meridionale e la minoranza reazionaria settentrionale, sommandosi nell'unico Parlamento centrale, costituiscono la maggioranza parlamentare reazionaria, che schiaccia in tutte le occa– sioni la minoranza popolare. Si ha un bel dire che una elezione demo– cratica del Nord vale dieci elezioni reazionarie del Sud, si ha un bel di– mostrare che una maggioranza, avente origini impure, non può trovare in sé la forza per dominare un paese come il nostro; e si può a questo pro– posito ricordare che dopo Abba Garima la maggioranza crispina meridio– nale si liquefece a un tratto, mentre i giornali meridionali eran tutti afri– canisti e guerrafondai; e la recente campagna ostruzionistica è un'altra prova lampante dell'organica debolezza della nostra maggioranza parla– mentare, eletta in grazia di un sistema elettorale assurdo, non sostenuta dal consentimento popolare, anzi minata dalla avversione sorda delle masse analfabete - ma non per questo idiote - in quegli stessi collegi, dai quali 3 Quelle del 3 e 10 giugno 1900. [N.d.C.] (. 177 BibliotecaGino Bianco

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