Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale e il federalismo mmor corpo deliberante, ma la presa di possesso da parte del proletariato socialista dei congegni fondamentali del potere politico. Il Programma minimo dei socialisti non è il loro programma socialista. Esso non è che l'indice, sempre mutabile e progressivo, di quelle riforme di maggior portata, le quali, mentre appaiono compatibili col fondamentale ordinamento economico di un dato momento, ne agevoleranno la graduale evoluzione a forme superiori, sia elevando il tenore di vita dei lavoratori, sia consentendo un piu normale e cosciente svolgimento delle lotte di classe, sia ringagliardendo le forze del partito socialista. Queste riforme il partito socialista chiede ai partiti che detengono il potere o che sono prossimi a raggiungerlo, e tende a strapparle ad essi con la pressione della propria influenza politica. In questo senso il Programma minimo dei socialisti è essenzialmente un pro– gramma d'agitazione. Esso si distingue da richieste analoghe di altri partiti per le sue finalità; ravvisa come mezzo ciò che per altri è fine. Esso designa l'orbita e l'indirizzo generale alle piattaforme di piu speciali e transitorie agitazioni del partito. Nel limitato campo amministrativo il partito socialista può essere chiamato a provvedere esso stesso per l'attuazione di qualche parte essenziale del Programma mi– nimo. In questo caso esso dovrà lottare innanzi tutto perché siano rimossi gli ostacoli generali che vi si oppongono. In questo caso, come del pari in ogni caso di agitazione elettorale, il partito so– cialista, trattando del Programma minimo, dovrà accentuare la distinzione della propria personalità di fronte ai partiti concorrenti o cooperanti. Le riforme indicate dal Program– ma minimo dovranno sempre essere presentate non come soluzioni definitive, ma come facilitazioni al conseguimento del solo rimedio radicale ai mali sociali, la socializzazione dei mezzi di produzione. A formulare poi le nuove proposte veniva delegata una Commissione composta da Claudio Treves, Carlo Sambucco e Filippo Turati. LA CRITICA La questione meridionale e il f ederalismo 1 1. Nel vagone, che ci conduceva verso Bari, c'eravamo mia madre, io avevo ql.lattordici anni - e, fra gli altri signori, un piemontese, figlio di un capostazione, e un altro settentrionale. "Postacci," diceva il piemontese; "creda pure che qui non ci si vive; beato lei che ritorna nel Nord. Qqi aria cattiva, acqua pessima, dialetto 1 Riprodotto in opuscolo nella "Biblioteca della Critica Sociale," e in Scritti sulla que– stione meridionale cit., pp. 67-107. [N.d.C.] 157 BibliotecaGino Bianco

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