Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Per la riforma del Programma minimo stri, specialmente se si consideri che questi confini sono per un buon terzo fasciati da un paese neutrale e agguerrito come la Svizzera. Alla borghesia italiana è necessaria una flotta per la difesa delle coste; e questa necessità noi possiamo deplorare, ma non negarla. La flotta, del resto, non rappre5enta, come l'esercito stanziale, alcuna minaccia per le libertà interne (a Milano non c'è mare) e per essa noi non. abbiamo che scarse ragioni di ostilità politica. Resta il fatto dello sperpero economico che la flotta produce; ma è uno sperpero necessario, date le con– dizioni internazionali; e noi non possiamo far altro in questo campo - se vogliamo esser pratici - che sorvegliare l'uso del denaro stanziato per la flotta, perché non sia divorato dalle acciaierie di Terni, e ridurre per quanto è possibile la estensione dello sperpero. Data la necessità di sostituire l'esercito stanziale colla nazione armata, non si deve credere che l'economia possa ammontare a tutti i piu di 300 milioni annui, che oggi si sciupano coll'esercito: sarebbero sempre necessa– rie delle spese non indifferenti per l'istruzione militare piu diffusa che non sia ora, per le armi, per il mantenimento dei magazzini, ecc. Quale sarebbe il risparmio da ottenersi, non si può certamente calcolare con esattezza; ma è agevole comprendere che non potrebbe certo superare la metà della spesa attuale. * Le riforme politiche immediate debbono essere, come le finanziarie, poche e chiare. Quindi autonomia comunale, autonomie regionali, Co.sti– tuente, la quale ultima, da sé sola, racchiude tutto un nuovo indirizzo politico. Quanto alla magistratura, non basta renderla indi pendente; biso– gna prima epurarla, destituendo i magistrati corrotti; su questa parola "epurazione" io credo che noi dovremmo insistere non meno che sulla parola indi pendenza. Di riforme sociali non credo sia il caso di parlare in questo momento a proposito di riforme immediate. La riforma sociale per eccellenza sarebbe per gli operai quella di pagare il ·pane piu a buon mercato, di potersi associare liberamente, di non essere ammazzati dai soldati. Il resto ver– rebbe da sé. Una riforma, che in ogni modo si dovrebbe escludere - a mio parere - dall'elenco delle rifo.::-me immediate, è la giornata di ott'ore: è bene che gli operai abbiano di mira questo scopo nella loro agitazione economica, ·è bene tener nota di tutti i casi in cui i capitalisti arrivano alla giornata di ott' ore e far servire queste esperienze pratiche alla propa– ganda dell'idea; ma domandare oggi, in Italia, che il Governo con una legge proclami la giornata di ott'ore agli operai di Milano, ai braccianti della Maremma, ai mezzadri della Romagna, ai carusi della Sicilia, mi pare un assurdo bello e buono. Tanto varrebbe proclamare con un decreto legi– slativo il diritto al lavoro, come fece il Governo provvisorio francese nel 1848, o il diritto all'amore, o la durata della vita umana fino a 90 anni. 153 12 BibliotecaGino Bianco

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