Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione mo, egN in un primo momento volle credere che si' trattasse di una inter– polazione postuma degli editori dello scritto, e pertanto interpellò in pro– posito Angelo Tasca, che av(!va a suo tempo avuto tra le mani il mano– scritto, pubblicato per la prz'ma volta nella rivista comunista dell'emigrazione, Lo Stato Operaio. La risposta gli confermò l'autenticità del testo, e Salve– mini aNora spinse il suo scrupolo fino a rileggere parecchi degli articoli suoi dell'Unità, per cercar d'intendere la ragione di' quel giudizio. Scom– parve, in seguito a questa rilettur_a critz·ca, da un articolo di assai scarso rilìevo l'aggettivo "imboscati," attribuito agli operai, che egli soppresse non per alterare una testimonianza storica, ma perché gli era parso ingiusto, in un libro che egli idealmente dedicava ai .giovani, rimettere in circolazione, sia pure sommerso in centinaia di pagine di tutt'altro tono, un motivo po– lemico deteriore che egli non si sen 1 tiva piu di sottoscrivere. Una mo~z·va– zione del giudizio di Gramsci, egli confessò però di non' esser riuscito a trovarla: oltre tutto, aggiunse, c'era da giurare che mai una guardia regia avesse letto un articolo dell'Unità. L'argomentazione a prima vista può apparire come un eludente motto di spirito, ma in realtà si fonda su una precisa constatazione storica: il mo– vimento d'opinione che l'Unità aveva suscitato, era riuscito a sciogliere via via tutti i nodi ambigui che nel fervore della lotta si' eran potuti formare, alla luce di una ispirazione democratica combattiva e lineare. Gli stessi motivi della polemica contro l'organizzazione operaia, anche se discutibili ed usati a volte strumentalmente a fini scandalistici da reazionari, avevano operato in profondità e positivamente in un ambito ben delimitato, quello delle giovani generazioni, che, pur partendo da premesse ideologiche e da valutazioni politiche diverse, concordavano nel considerare il movimento operaio come la forza risolutiva della crisi italiana, da Gramsci stesso a Gobetti, a Rosselli; laddove nessun diretto tramite è possibile individuare tra la campagna salveminiana e i vari difensori dell'ordine, delle p-iazze e delle accademie, che in ben altre direzioni avevano cercata e trovata zia loro ispirazione. Il risultato del lungo lavorio, di cui son larghe tracce nella p-refev zione a quel volume, fu che il piano originario della raccolta ebbe a su– bire una profonda modificazione. Il dato di partenza era rimasto fermo: la profonda inscindibile con– nessione, nella sua opera, tra socialismo e questione meridionale; ma i mo– tivi su cui tale connessione poggiava erano apparsi a,ssai piu ricchi e com– plessi di quanto Salvemini stesso non avesse mostrato di credere in principio. Era vero infatti che l'agitazione meridionalistica aveva' costituito il tratto saliente e caratterizzante della sua attività in seno al partito sociali– ,sta, ma era anche vero che la sua polemica conteneva il nudeo di u.n indi– rizzo politico di respiro non regionalistico ma nazionale, in opp<_;sizione XI BibliotecaGino Bianco

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