Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Per un congresso nazionale· dei consiglieri comunali democratici solutamente insormontabili, fino a quando i Comuni non abbandoneranno il metodo finora tenuto di acquiescenza passiva di fronte alle violenze del Governo centrale. Le due difficoltà sono la mancanza di autonomia comunale e la disa– strosa condizione economica di tutti i Comuni itaÌiani. Un Consiglio comunale democratico non può •·iniziare una riforma tri– butaria, perché la legge lo vieta; e se non lo vieta la legge, lo vieta il si– gnor prefetto; non può municipalizzare i servizi pubblici, non può votare un sussidio a una Camera del lavoro, non può votare la refezione scola– stica, non può modificare i sistemi degli appalti, sempre perché c'è H pronto il prefetto ad annullare le deliberazioni o con la legge alla mano o senza legge. E se il Consiglio comunale, ritenendo illegale l'annullamento della sua deliberazione, ricorre al Consiglio di Stato, trova che novantanove volte su cento il Consiglio di Stato, composto di reazionari nominati e salariati a questo scopo dal Governo centrale, dà torto al Consiglio comunale, per– ché è democratico o repubblicano o socialista. I partiti democratici, quindi, saliti al potere con un programma di riforme, si trovano nella impossibilità assoluta di attuarlo e si può esser sicuri che fra tre anni saranno obbligati a ripresentarsi agli elettori senza aver mantenuto neanche la decima parte di ciò che hanno promesso. Difficoltà piu insormontabile è quella ancora delle disperate cQndizioni economiche dei Comuni. L'attuale Stato italiano, mastodonticamente accen– trato, divoratore spensierato e ingordo della ricchezza nazionale, non ha fatto in questi. cinquant'anni che escogitare ogni giorno nuovi mezzi di tas– sazione barbara e feroce, per riempire le casse sempre vuote del Governo centrale; e per questo non ha lasciato nessun margine alle imposizioni tri– butarie dei Comuni. E intanto la civiltà ha aumentato i bisogni della popolazione; molti servizi, che una volta non esistevano nemmeno, sono oggi diventati obbli– gatori pei Comuni; si può dire che tutte le spese comunali si sieno in questi ultimi cinquant'anni piu che triplicate. Aumento, quindi, di spese e impos– sibilità di allargare gli introiti, perché ormai tutto il campo tributario è stato invaso dal Governo centrale. Finora i Comuni democratici non hanno mai saputo rompere il doppio cerchio di ferro dell'oppressione prefettizia e della miseria finanziaria. O si son messi in lotta col Governo centrale; ma, combattendo ognuno per conto proprio, sono stati presto sopraffatti e disciolti; oppure - peggio ancora - vedendo inutile la lotta, hanno rinunziato all'attuazione del programma e han perduto la fiducia degli elettori. Da una cosf disastrosa condizione di cose i partiti popolari debbono uscire in tutti i modi, se non vogliono andar contro la loro rovina. Ciò che i singoli Comuni non han potuto finora ottenere, di obbligare cioè il Go– verno centrale a rispettare l'autonomia municipale e a diminuire la insop- li 137 BibliotecaGino Bianco

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