Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movìmento socìalìsta e questione meridionale r~~~~:~~~-~·:: .. ~ a'~~.lf.11"~~)'~--- _;-...,_,_ -=-· ·-... ~- pubblica dell'avvenire e la monarchia del presente." Ora, rileggendo quel che scrissi un mese addietro, vedo che nella foga dello scrivere fui troppo ingiustamente severo coi vecchi astensionisti dei quali alcuni sono stati come le vestali che han tenuto vivo e puro il fuoco delle primitive idee repubblicane. Ma con quei repubblicani, che nel congresso di Roma del 1891 si chiamarono temperati, legalitari, evoluzionisti, sperimentali; che si dichiararono deputati galantuomini ( cioè legati al giuramento) e cittadini repubblicani, io non posso che ripetere le parole scritte un mese addietro. Fra essi non mancano le persone oneste e rispettabili; mancano semplice– mente ... i repubblicani. 2 Tutti gli aggettivi, che ho enumerati, dimostrano quale sia il pro– gramma di questa brava gente; sono quelli dei placidi tramonti; sono quelli che si riservano di essere repubblicani fra duecento anni, come il filosofo Negri si riserba di essere socialista fra mille secoli. Non si dica che questi, di cui parlo, sono i radicali legalitari uso Sacchi; fra i trenta deputati aderenti al Gruppo parlamentare cosiddetto repubbli– cano i ventotto trentesimi almeno, non si distinguono sotto questo rispetto in niente dai radicali legalitari. Nel settembre passato un socialista, che si firma Un Travet, e che nell'insieme mi sembra sia d'accordo con me, scriveva nella Rivista del Colajanni un articolo,3 in cui studiava le condizioni, che potrebbero ren– dere possibile una salda alleanza di fronte alla reazione fra socialisti, ra– dicali, e repubblicani. Lasciando da parte i radicali, dei quali non è nean– che il caso di parlare, Un Travet diceva che i repubblicani per essere aiutati dai socialisti dovrebbero essere un po' piu... repubblicani di quanto non sieno stati finora, e dovrebbero rompere definitivamente e non solo a parole, i ponti con la sinistra monarchica, uso Zanardelli, Giolitti, Baccelli. Un altro collaboratore della Rivista, uno dei piu colti e piu risoluti soci del partito repubblicano, rispondeva al Travet subito: "A voi socialisti che importa della condotta nostra, purché noi teniamo fede ai patti stabiliti con voi?" E non capiva 1 che secondo il Travet, e aggiungo secondo me e secondo quei socialisti che dividono le mie idee, uno dei patti dell'accordo deve essere appunto che i cosf detti repubblicani sieno sul serio... repub– blicani.4 Se, dopo aver esaminato il programma, esaminiamo la cultura di questi bravi cosf detti repubblicani, non possiamo far meglio che ripetere le pa- 2 Facciamo notare all'egregio Pessimista che il partito repubblicano non ha mai tenuto congressi a Roma. Il congresso a cui egli allude è il congresso democratico-radicale da cui usd il famoso patto di Roma. La frase deputati galantuomini e cittadini repubblicani è dell'on. A– gostino Bertani, il quale fu bensf un grande patriota, ma il partito repubblicano non lo con– siderò mai fra i suoi uomini. [N. dell"' Educazione Politica."] 3 Cfr. supra a pp. 64 sgg. [N.d.C.] 4 Strana coincidenza! Una lettera che riceviamo da uno dei nostri abbonati, mazziniano di ferma e antica fede, ci dice quasi con le stesse parole del Pessimista: "dubito che i vostri sforzi per intendervi coi socialisti riescano... perché la prima condizione dell'accordo dovrebbe essere, che i socialisti (anche i loro deputati) sieno sul serio antimonarchici." [N. dell'" Edu– cazione Politica."] 122 BibliotecaGino Bianco

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