Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Mentre la reazwne "va pe1·dendo fiato" ai colpi di mano, alle cospirazioni tramate a piu o meno larga base, agli eccitamenti subitanei e diretti. Lo so anch'io che "nello stato moderno la rivoluzione è una crisi, che si matura lentamente, insensibilmente; e si ma– nifesta in tutta la sua pienezza, quando tutti gli altri mezzi ordinari di ri– soluzione sono riusciti vani, quando il processo di disintegrazione è arrivato al colmo." Lo so, e appunto per questo io, vedendo il processo di disintegrazione avvicinarsi al colmo - ora non ci mancava che la Cina! - vedendo il Governo con la sua politica reazionaria impedire ogni soluzione coi mezzi ordinari, ho sentito il dovere di oppormi alle canzoncine ottimiste e lega– litarie e di richiamare l'attenzione dei compagni sulle condizioni reali del nostro paese e sull'atteggiamento che noi dobbiamo tenere di fronte alle crisi, che sono prevedibili con... sicurezza accertata. Il Ciccotti di questo non ne vuol sentir parlare. "La crisi viene da sé e recluta naturalmente le sue forze, evoca i suoi uomini, cerca e trova la sua soluzione." È la solita predicazione della cecità volontaria! Il Ciccotti non capisce che altro è fare il cospiratore d'antica maniera, legar congiure, credere con eccitamenti subitanei e diretti di cambiare il mondo; altro è sorvegliare una crisi, che si va naturalmente maturando, studiare i mezzi di intervenire in essa, non cedere mai alle illusioni degli ottimisti, inter– venire a tempo opportuno nella crisi per padroneggiarla e dirigerla. Ora tutto questo lavoro importantissimo non si può improvvisare da un mo– mento all'altro; se la crisi deve dar luogo a una soluzione, bisogna che sia dominata da un'idea; e questa idea deve essere stata mandata avanti almeno dalla vigilia. Nel marzo del '96 fu appunto questa "idea della vigilia" che mancò; e ne pagammo la pena nel maggio del '98. È necessaria dunque una preparazione psicologica, che in Italia è finora completamente mancata. Il Ciccotti non ne vuole sapere di questa prepa– razione; egli la considera un errore e perfino una cattiva azione: "Essa si risolve praticamente nell'adescare a tentativi sterili ed immaturi quelli che si sieno lasciati persuadere." Il Ciccotti ammette due soli tipi di persone: gli equilibrati legalitari, duri come macigni, con una idea inchiodata nel capo e incapaci di smuo– versi anche di fronte a un cataclisma universale; e gli squilibrati rivoluzio– nari, pronti a precipitarsi giu a capo fitto in qualunque tentativo pazzesco; e teme che la preparazione psicologica possa essere per questi una rovina. Quanto ai primi non è il caso di temere per essi; non c'è preparazione che possa smuoverli dal loro fatalismo. Quanto ai secondi, io mi sento la co– scienza perfettamente tranquilla; se qualcuno di questi disgraziati, dopo aver letto i miei articoli pessimisti, dovesse al primo stormir di foglie cre– dere arrivato il momento solenne e mettersi a fare il Masaniello e buscarsi qualche fucilata, io non avrei nulla da rimproverarmi. I matti ci son sempre stati, e se la pazzia di quel disgraziato avesse presa la forma... pessimista, io lo compatirei come matto e resterei lo stesso pessimista. 117 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=