Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale voglia, deve dimostrarmi che questa pedina non esiste, che non ha per sé nessuna probabilità di vittoria, che la sua vittoria sarebbe per no1 inutile. * Un altro argomento, con cui il Ciccotti crede di stritolarmi, è che ;I proletariato mettendosi contro la borghesia, la farebbe diventare subito rea– zionaria e non avrebbe la forza per vincerne la resistenza. Ma chi ha detto mai che ora si tratti di far partire in guerra il proletariato contro la borghesia? Il Ciccotti, COSI ragionando, considera il Governo italiano come l'ema– nazione della borghesia; e con questo viene a contraddire al fatto da lui stesso ammesso che in Italia la borghesia è oppressa dalla politica del Go– verno. Per il proletariato organizzato - non so quante· volte lo debbo dire / - non si tratta in questo periodo della vita nazionale di terrorizzare nes– suno; si tratta di prepararsi ad aiutare la leva nello sforzo supremo che farà per scalzare il "falso indirizzo di politica," non pretendendo in cambio il collettivismo, ma domandando quelle condizioni politiche, in cui il partito socialista possa pacificamente e legalmente svilupparsi. E cosI mi pare di non aver lasciato senza risposta nessuno dei princi– pali argomenti ciccottiani. Mi resta solo da dichiarare prima che non è vero che noi altri impulsivi si voglia "cambiare subito e di un colpo." Sarà quando sarà. Vede bene il saggio Ciccotti. che non siamo poi cosf impulsivi come a lui riesce utile di credere, santo cielo! Inoltre, quando nel n. 772 2 scrissi che parecchi nostri compagni "spe- . rano di provvedere ai casi loro e di salvare il partito dalle future tempeste procurandosi fin da ora un alibi morale," non intesi dire che i compagni lo facessero per motivi egoistici; l'aver io parlato nello stesso tempo dei "casi loro" e del partito, mi pare che ne sia prova evi_dente. Il Ciccotti quindi poteva leggere piu attentamente le mie parole prima di farsi saltare la mosca al naso. Bisogna non essere mai ... impulsivi.3 [Da "Avanti!," 9 e 11 marzo 1899, firmato: IL PESSIMISTA.J 2 10 febbraio 1899. Cfr. supra a p. 92. [N. d. C, J 3 Non per entrare nella polemica ma perché la polemica rimanga nei suoi termini pre– c1s1 osserviamo che l'assunto del Pessimista è di dimostrare appunto come il partito abbia il dovere di preoccuparsi di questo problema: se, in Italia, una crisi sia possibile e quale, di fronte a una tale possibilità, debba essere l'atteggiamento del partito. Né il Pessimista, ne siamo convinti, ha voluto mai alludere a quei colpi di mano che, come giustamente nota il Ciccotti nelle linee precedenti, sono impossibili nello stato moderno. [N.d.R. l 112 BibliotecaGino Bianco

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