Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana ottenuti dal candidato Pugliese in tutto il collegio. In Gioia del Colle egli aveva riportato 550 voti contro 320 dati al Pugliese. E fu rieletto nel 1897 con 1442 contro 1005 raccolti dal competitore Nisio; e nel 1900 con 1487 voti contro 1227 raccolti dall'avversario Capruzzi. I voti ottenuti dal De Bellis nella sola città di Gioia del Còlle furono 620 nella elezione del 1897 e 605 in quella del 1900, di fronte a 365 e 515 voti ottenuti dai suoi competitori. 2. L'eroe non è sicuro Dopo il 1900 la condizione dell'eroe diventò poco stabile. A disputargli la rappresentanza politica si avanzava il marchese De Luca Resta, latifondista milionario, nativo di Santeramo. Noci e Alberobello erano in maggioranza favorevoli al marchese; in Putignano le forze si equilibravano; Santeramo barcollava. In Gioia del Colle, nella patria dell'eroe, i voti contrari a lui erano saliti da 320 nel 1895, a 365 nel 1897, a 515 nel 1900. Il vecchio partito di Vincenzo Taranto rialzava il capo, serrava le file e organizzava in un consorzio agrario, nel 1902, e poi, nel 1908, nel circolo agrario la media borghesia dei massari, cioè dei capitalisti-agricoltori, che prendono in affitto le masserie dei latifondisti. I massari non hanno bisogno di chiedere favori o impieghi al deputato governativo; si sentono piu affini al candidato latifondista; e votano per questo, anche se non è precisamente il candidato del governo. Alla lor volta i contadini, che vivono del lavoro delle loro braccia e non hanno neanch'essi bisogno di chiedere al deputato l'impiego, l'appalto, la grazia sovrana, si riunivano in leghe di resistenza. Quella di Gioia del Colle contava 2000 soci, dava origine ad una fiorente cooperativa di consumo ed era fiancheggiata da una sezione socialista. La lega e la sezione danno poca noia nel campo elettorale tanto a De Bellis, quanto a De Luca Resta: i contadini sono quasi tutti analfabeti e perciò non votano: della lega di Gioia del Colle solo 65 soci sono elettori. Quella massa, imponente nei comizi e nelle dimostrazioni per le vie, si squaglia, si volatilizza, sparisce nei giorni delle elezioni. Ma è una minaccia muta per tutti. Perduti i massari e non potendo fare nessun assegnamento sui contadini, l'esercito elettorale di Vito De Bellis si riduceva a queste schiere: 1. tutti coloro che "si costituirono," cioè si rimpannucciarono a spese del Banco di Napoli al tempo della cuccagna bancaria; 2. i condannati e i recidivi, che sono stati graziati o prosciolti dal domicilio coatto; 3. i piccoli borghesi, o proletad intellettuali, cioè privi d'intelligenza, che il deputato ha fatto impiegare negli uffici municipali, provinciali, governativi, o che aspettano l'impiego; 74 BibliotecaGinoBianco

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