Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Che fare? Quando diciamo gioventu, non diciamo tutta la gioventu: diciamo un numero sufficiente di giovani: una decina di migliaia al massimo: i meno tirano i piu. Esiste oggi in Italia una decina di migliaia di giovani capaci di riconoscere che non si può· oggi, in Italia, lavorare davvero al progresso del paese, senza combattere con intransigenza tutti i vecchi gruppi politici? Che combattere negativamente, non basta, ma è necessario opporre un'azione positiva all'opera nefasta dei vecchi uomini di tutti i· partiti? Che siffatta azione non può essere né escogitata, né compiuta da un individuo solo, ma deve essere pensata e voluta e realizzata da un numero sufficiente di uomini disinteressati e attivi? Che siffatto numero non esiste oggi in Italia? Che bisogna formarlo, cominciando da se stessi, e diffondendo via via intorno a sé le proprie idee? Che tutto questo non si può improvvisare, ma richiede una decina d'anni di studio e di propaganda, durante i quali sarà necessario stare sempre all'opposizione? Se questa decina di migliaia di giovani esiste, l'avvenire appartiene a loro, purché sappiano sfuggire alle tentazioni del presente. Se no, no. Un nuovo volontariato Non vorremmo essere fraintesi. Noi non proponiamo nessuna vita di mortificazioni ascetiche in attesa di nessun millennio. I giovani, per preparare il domani, debbono vivere nell'oggi: debbono cioè affrontare i problemi di oggi. Ma debbono: 1° rendersi conto che non si tratta di problemi facili, la cui soluzione possa essere improvvisata senza un serio studio da farsi caso per caso; 2° che le soluzioni date dai giornali e dai vecchi partiti politici debbono essere tenute a priori in sospetto; 3° che un'opera veramente disinteressata di studio dei singoli problemi e di propaganda delle singole soluzioni, non può essere fatta oggi se non da uomini che sappiano non lasciarsi succhiare da nessuna delle vecchie ventose politiche e giornalistiche. Non diciamo nemmeno che i giovani debbano astenersi dal militare nei vecchi partiti politici. Chi si sente attratto da qualcuno di essi, vi entri pure: ma vi entri col sospetto con cui si entra in tutte le case equivoche e col proposito di esigere che l'azione concreta corrisponda sinceramente ai principi astratti; vi entri armandosi con un serio studio di tutta la preparazione di coltura indispensabile a fare opera veramente intelligente di critica e di ricostruzione. E chi non vuole entrare in nessun partito, resti pure fuori; ma non si limiti ad ostentare una sfiducia generica contro tutto e tutti, che può essere indizio non di serietà, ma di egoismo e di poltroneria: deve contrapporre idee positive agli errori altrui, deve elaborare col suo pensiero la costruzione delle idee proprie e la critica agli errori altrui. Quel che avverrà fra dieci anm, se alcune migliaia di giovani, che 459 · BibliotecaGino Bianco

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