Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

La vittoria e la democrazia doveva fare altro che seguire con fermezza quella, che era l'unica via aperta allo spirito di altruismo, di abnegazione, di sacrificio. Di fronte ai nuovi doveri della ·pace, invece, i giovani non troveranno piu quell'aiuto, che è venuto ad essi fin ora dalla chiarezza dell'opera da eseguire. Si troveranno tecnicamente impreparati a scegliere i problemi urgenti dai problemi inattuali, a scegliere per i problemi urgenti le soluzioni buone dalle cattive. E troppa gente è interessata a mantenerli nella loro impreparazione, a sviare la loro attenzione dai problemi veri e dalle soluzioni vere, a confondere le loro idee su quel che sarebbe necessario fare. Tutti i vecchi sfruttatori di tutti i partiti politici organizzati, tutti i vecchi e nuovi gruppi di interessi inconfessabili, tutte le vecchie inerzie mentali e ambiguità morali, avranno paura - hanno una paura gialla - di questa gioventu piena di vita e di ardore: lavoreranno - già la;orano - a ingannarla, a pervertirla, ad accaparrarsela, a inquadrarla per le vecchie vie. Il giornalismo quotidiano non ha oggi, in Italia, che quest'ufficio, salvo rarissime eccezioni: ingannare i lettori, proporre alla loro attenzione problemi insussistenti e alla loro azione soluzioni false; esaurire al piu presto ogni buona volontà in iniziative vane, in modo che l'insuccesso determini lo scoramento, lo scetticismo, il cinismo, anche nei migliori. La gioventu formatasi nella guerra intravvede il pericolo; sente con angoscia la immensità confusa dei problemi. Ma non sa né vederli chiari uno per uno, né trovarne le soluzioni. Non ha fiducia nei vecchi uom1m, ma non trova uomini nuovi. Vorrebbe fare e non osa fare. È un problema immenso. Ma non è cosf immenso che non possa essere superato. A voi, giovani! Basta che i giovani abbiano nello stesso tempo fede in se stessi, e coscienza della propria impreparazione attuale. Abbiano fede in sé: cioè non cerchino di accodarsi né ad uomrn1 vecchi, né ad uomini nuovi, ma si lascino guidare solamente dalla propria ragione. E abbiano coscienza della propria impreparazione attuale: cioè riconoscano che per lasciarsi guidare dalla ragione è necessario non prender nulla alla leggera, ma studiare, studiare, studiare. Chi ha oggi venti anni, si prepari a impadronirsi dell'Italia fra dieci anni: ma si prepari con uno studio serio di dieci anni. O la nostra attuale gioventu ha la forza morale di lavorare tenacemente una decina d'anni a crearsi una nuova coltura politica e ad organizzarsi in nuova classe dirigente del paese, in modo da potere sbalzare di seggio tutti i vecchi padreterni, sostituendoli con elementi migliori: oppure anche questo rinnovamento morale prodotto dalla guerra si ridurrà a un nuovo fiasco. BibliotecaGino Bianco

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