Che fare? . ' date maturando in quattro anni di prove dolorose, e s1 sono intensificate e rivelate definitivamente nei giorni della vittoria. Quelle preoccupazioni morali sono il piu bello e il piu promettente resultato dei quattro anni di guerra. Non mai nella storia d'Italia gli uomini delle classi intellettuali si erano trovati, nel loro insieme, a contatto con la moltitudine anonima dei nostri contadini: un abisso di incomprensione e di indifferenza aveva sempre separato le due classi: erano quasi due razze diverse che vivevano l'una accanto all'altra, l'una al di sotto dell'altra, nello stesso territorio, che si chiamava, ma non era, la patria di entrambe. La guerra ha rimescolate queste due razze: il giovane studente, sfuggito appena alie gonnelle della mamma, e il richiamato che aveva lasciato a casa l'aratro, la moglie e i figli, hanno vissuto per quattro anni la stessa vita di pericolo e di sofferenza e di sforzo: hanno dormito nello stesso fango; hanno mescolato insieme il sangue delle loro ferite; si sono· conosciuti, si sono sentiti uomini, si sono amati come fratelli. Oggi noi vediamo ciò che senza la guerra non avremmo mai visto: il giovane studente di venti anni parla dei " suoi soldati, " fra cui ci sono uomini di quarant'anni, con rispetto, con venerazione, con un lampo di amore negli occhi. I legami sorti in trincea fra la borghesia intellettuale e il proletariato rurale non si spezzeranno piu. E da questi legami sorge la preoccupazione morale angosciosa, di cui le lettere che pubblichiamo, sono il documento. Sapremo noi dare la pace a questa moltitudine che ci ha data la vittoria? l'abbandoneremo, dopo essere vissuti con essa in comunione di stenti e di ansie, agli artigli dei vecchi politicanti? come guidarla nella conquista dei suoi diritti, nel compimento dei suoi doveri civili? Se la guerra non avesse prodotto che questo resultato: suscitare nella borghesia intellettuale il sentimento del dovere di umanità e di grustizia verso le classi piu umili e piu ingiustamente trattate, se la guerra non ci avesse dato niente altro, niente altro che questo, meriterebbe solo per questo di essere stata fatta. ll pericolo imminente Ma tutto il fervore di azione, tutto lo slancio sincero e ardente di buona volontà, che la guerra ha maturato in tanta parte della nostra gioventu, minaccia di naufragare di fronte agli infiniti e complessi problemi della ·nostra vita pubblica. Finché si trattava di combattere, resistere, all'occorrenza morire, il dovere era non facile, ma semplice e non soggetto a incertezze: la forza morale, quindi, si trovava perfettamente orientata, quasi incanalata, e non 457 BibliotecaGino Bianco
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