Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Per la riforma elettorale partito, i quali portino in quell'ambiente di scetticismo asfissiante e di opportunismo sfiaccolato la loro voce, la loro anima, la loro volontà. E in un paese come l'Italia basterebbero due o tre dozzine di deputati nuovi, risoluti, bene preparati al loro ufficio, indipendenti dalle pressioni degli elettori e dai ricatti dei ministeri - questa indipendenza è la condizione essenziale per un buon deputato: e non può essere data dal collegio uninominale - basterebbero pochi uomini di questo genere a mettere su una nuova via, in poco tempo di lavoro tenace, lo spirito della Camera e l'azione del governo. Molti riconoscono che il collegio plurinominale con la rappresentanza proporzionale sarebbe utile, necessario, urgente. Ma disperano che una riforma di questo genere sia accettata dalla Camera attuale, e la rinviano alla Camera futura. Quasi che la Camera futura non debba avere abbastanza problemi sulle braccia, perché le ·si possa lasciare in eredità anche questo; quasi che l'abbandono del collegio uninominale non sia imposto appunto dalla necessità di avere una Camera, che essendo migliore di questa, sia capace di affrontare meglio di questa i problemi del nostro avvenire nazionale! Questa preoccupazione della opposizione, che farebbe alla riforma della procedura elettorale la Camera attuale, è infondata per due principali motivi. Anzitutto in questo momento i deputati disposti a votare il collegio plurinominale e la rappresentanza proporzionale sono piu numerosi di quanto non possiamo sperare che sieno mai. Oggi nessun deputato sa se sarà rieletto: perché le idee degli uomini, che torneranno dalle trincee, sono imprevedibili. I piu fra i deputati, anzi, sanno che non saranno rieletti; perché il loro atteggiamento equivoco di fronte alla guerra li ha resi odiosi a tutti i partiti, e a chi ha voluto la guerra e a chi non ha voluta la guerra. Su 508 deputati, ce ne sono 400 almeno, i quali si sentono nel proprio collegio incalzati da competitori formidabili, e sono assai preoccupati del resultato · delle prossime elezioni. Il collegio plurinominale e la rappresentapza proporzionale dà a molti di essi una speranza di salvezza elettorale, che la guerra e la vittoria hanrio fatto sfumare nel collegio uninominale. Parecchi non hanno ormai piu nuHa da perdere, parecchi hanno molto da guadagnare. Specialmente i meno scadenti avrebbero, col nuovo sistema, la sicurezza di arrivare alla riva, e perciò sarebbero favorevoli alla riforma. D'altra parte, occorre ricordare che nessuna riforma elettorale è stata mai voluta dai deputati che dovevano votarla. I deputati anche piu rivoluzionari sono naturalmente veri conservatori del sistema elettorale a cui debbono la loro posizione politica. Le riforme elettorali sono state sempre imposte alle assemblee elettive, da pressioni extraparlamentari, governative e popolari. Desideravano forse i deputati del 1912 il suffragio universale? Oibò! Avevano ·licenziato il ministero Luzzatti nel 1911, perché li minacciava con molto meno. Ma bastò che l'on. Giolitti, cioè chi doveva fare le elezioni, facesse un cenno: e tutti inghiottirono il suffragio universale. 455 BibliotecaGino Bianco

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