La vittoria e la democrazia dato vincitore non dovrebbe la vittoria a uno o due soli comuni, com'è nel collegio uninominale; perciò la lotta politica non sarebbe piu un doppione delle elezioni amministrative e viceversa: i deputati sarebbero indifferenti alle organizzazioni comunali, né avrebbero bisogno di rimanere impegnati sempre nelle lotte locali per tenere compatta la clientela; non dovrebbero provocare continuamente l'intervento governativo nelle beghe del loro collegio a favore dei propri amici e a danno degli avversari. Un uomo di valore, che sente ripugnanza contro il disgustoso lavoro di lunga e penosa corruzione, altrui e propria, a cui i candidati e deputati dei collegi uninominali sono costretti per tenersi in piedi, - può benissimo presentarsi candidato in un collegio plurinominale a rappresentanza proporzionale con la certezza di raccogliere ovunque, fra le minoranze di qua e di là, un numero sufficiente di voti per mettere insieme il quoziente di eleggibilità: e questo senza bisogno di asservirsi a nessuna clientela locale, purché sia davvero uri uomo di valore, che abbia saputo raccogliere intorno al proprio nome una sufficiente notorietà generale. Nel collegio uninominale l'elettore, dovendo votare un solo nome, si trova diviso fra la tendenza a votare secondo la propria coscienza morale e la tendenza a votare secondo il proprio interesse personale; il candidato peggiore gli fa sperare favori personali di ogni genere, se si presenta con programma governativo; il candidato di opposizione non può promettergli nulla in questo campo, anche se vale mille volte piu del candidato governativo: l'elettore oscilla - quando oscilla - fra le due tendenze, e finisce, se non è un eroe, col votare per il candidato peggiore ma governativo. Fate, invece, che l'elettore possa votare per parecchi nomi insieme: e potete esseri sicuri che egli troverà facilmente il modo di conciliare la coscienza con l'interesse: prima cercherà nella lista il candidato che faccia onore al collegi·o, poi cercherà lo sbriga-faccende capace di ottenere le grazie sovrane o il botteghino di sale e tabacchi; esigerà che la lista del proprio partito presenti insieme nomi di un genere e nomi dell'altro; potrà sempre sperare di trovare nella lista di qualunque partito un santo protettore, che si curi dei suoi bisogni, e perciò sarà attirato piu liberamente dalla- lista che abbia i nomi piu simpatici e rappresenti idee politiche piu vicine. Ne conseguirà che in· ogni lista ci sarà un certo numero di individui superiori alla media, che faranno onore al collegio e avranno larga libertà d'azione alla Carnera e il cui ufficio sarà nelle elezioni quello di accreditare la lista, e un certo numero di facchini parlamentari, che cureranno gl'interessi piccini degli elettori. Non diciamo che con questo l'Italia diventerebbe saggia e felice. Certe malattie costituzionali non si guariscono, né da un momento all'altro, né con una riforma elettorale, per quanto bene congegnata. Diciamo che solo per questa via gli elementi migliori del nostro paese, i giovani che torneranno dalle trincee, hanno la certezza di far penetrare nella futura Carnera alcune dozzine di uomini indipendenti e valorosi, poco importa di quale 454 BibliotecaGino Bianco
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