Per la riforma elettorale nella lotta, ritarda la educazione politica del nostro popolo, che è, in fondo, a lungo andare, il maggiore dei vantaggi nazionali, in vista del quale è desiderabile un generale esercizio del diritto di voto. Il collegio uninominale, specialmente nel Mezzogiorno, dove le città sono popolatissime e poco numerose, e bastano spesso tre o quattro comuni a formare un collegio, trasforma. ovunque le lotte personali fra i candidati e i loro seguaci, in lotte feroci fra i comuni, di cui i candidati sono nativi, con danni incalcolabili per la regolarità della vita civile giornaliera per lunghi mesi prima e dopo le elezioni. Ognuno dei nostri lettori guardi un poco intorno a sé il suo collegio elettorale. Dovrà riconoscere che se il deputato uscente, nove volte su dieci, vale poco, gli aspiranti alla successione, nove volte su dieci, valgono anche meno. Non facciamo questione di partito: facciamo questione di uomini. Un socialista ufficiale, d'ingegno e di carattere, dev'essere preferito nell'interesse generale del paese, anche da un clericale di buona volontà e di buona fede, a un clericale ignorante e camorrista; un reazionario, che sia nello stesso tempo un uomo di valore, è piu utile allo stesso movimento socialista che un deputato socialista, che sbraita nei comizi contro la borghesia ed è in segreto a salario di gruppi affaristici della borghesia. Ebbene, nella piu parte dei casi, il collegio uninominale riduce le lotte elettorali a tale bassezza, che un elettore, intelligente e coscienzioso, deve disprezzare i candidati di tutti i partiti, ed è costretto alla precauzione igienica di astenersi dal voto. La forza dell'on. Giolitti è nata, nei quindici anni passati, tutta dal collegio uninominale. Il giolittismo non è stato che la organizzazione parlamentare di tutte le mediocrità intellettuali e morali, che sono prodotte fatalmente dal collegio uninominale. La spaventosa miseria di uomini di governo, la pietosa scarsità di alti funzionari intelligenti e competenti, che si è rivelata in questa guerra, è l'effetto di quindici anni di ininterrotto dominio della mediocrità. Come rompere questo dominio, se non si rompe la causa da cui esso emana come una ineluttabile necessità? Per uscire da questa morta gora, è necessario rompere la forma del collegio uninominale. Il collegio plurinominale con la rappresentanza proporzionale obbligherebbe, spinte o sponte, i partiti e i candidati a sollevare le lotte elettorali in piu spirabili aere. La lotta sarebbe non fra due o tre uomini, ma fra diverse liste, di quindici o venti nomi ciascuna, ognuna delle quali dovrebbe per forza rappresentare o sforzarsi di rappresentare una determinata corrente di ideali politici. Nella compilazione delle liste dei candidati, ciascun comitato e ciascun candidato avrebbero interesse a presentare "almeno" qualche nome di fama piu larga di quella dei singoli comunelli, e scartare quei nomi troppo discreditati che comprometterebbero la popolarità della lista fuori delle clientele personali e locali dei candidati. In un collegio di decine e decine di grossi comuni le lotte di campanile sarebbero assorbite o attenuate nel movimento delle grandi masse elettrici. Il candi453 · BjbliotecaGinoBianco
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