Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Problemi e spunti di politica interna in tempo di guerra quei prodotti d'oltre mare, che alla nostra vita economica dell'immediato dopoguerra saranno necessar1 piu del pa_ne. O si sta c:on l'on. S. Orlando, e con gli interessi di cui egli s'è fatto esponente: - e avremo bens1 7 od 8 cantieri nuovi, che fabbricheranno due navi all'anno per ciascuno a furia di prem1 di costruzione, cioè facendole pagare a peso d'oro dai contribuenti; ma in compenso quegli armatori e quelle società di navigazione, che non siano legate al trust siderurgicomeccanico-navale, saranno ostacolati in mille modi nella loro attività, non potranno acquistar navi all'estero, dovranno acquistarle in Italia pagandole al doppio e al triplo del loro valore; la bandiera estera sarà, con tutti i mezzi possibili, tenuta lontana dai nostri porti; le nostre banchine rimarranno deserte, con danno enorme dei lavoratori del mare, dell'industria, del commercio, e di tutta l'economia nazionale. In compenso assisteremo tutti gli anni ad una dozzina di vari, a cui assisterà sempre qualche ministro, e per cui tutti i giornaloni del trust siderurgico dedicheranno la prosa delle grandi occasioni al "risveglio magnifico dell'economia nazi·onale." È vero che l'on. S. Orlando dice di non voler proibizioni, ma di voler anzi la massima libertà nell'acquisto e nell'importazione di navi dall'estero. Ma in tal caso egli dovrebbe anche spiegarci come i cantieri del suo cuore riuscirebbero non solo a vincere la concorrenza straniera, ma a tirar avanti la vita, dato che in questi quattro anni di guerra, in condizioni di mercato cosi eccezionalmente favorevoli, essi son riusciti a costruire e ricostruire (le cifre sono dell'on. S. Orlando) meno di 150.000 tonnellate di stazza lorda, rappresentanti appena il 31 per cento delle nostre perdite totali per rischi di guerra e di mare. * Con questo non vorremmo essere fraintesi. Anche noi comprendiamo che l'Italia, col suo grande sviluppo di coste, con la sua posizione nel Mediterraneo, può possedere una grande flotta mercantile. Anche noi saremmo fieri, se un giorno lungo tutte le nostre coste sorgessero cantieri numerosi, che fornissero le navi non solo alla navigazione italiana, ma anche a quella. dei paesi meno progrediti nel traffico marittimo. Ma il sogno di domani non deve aggravare in modo irreparabile i mali dell'oggi. E purtroppo la realtà dolorosa del momento è che noi siamo attualmente senza flotta mercantile, senza ferro, senza carbone, senza tutto ciò che è necessario a provvedere rapidamente alla costruzione ex novo di una grande flotta, che non costi un prezzo quattro o cinque volte maggiore di quello a cui si potrà ottenerla sul mercato inglese o americano. L' on. Orlando dice, e dice bene, che un paese non può essere condannato a rinunciare ad ogni attività industriale, sol perché gli mancano BibliotecaGinoBianco

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