Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

I ladri di Pisa * Nella polemica si sono intrufolati i riformisti, che hanno sempre delle piccole ricette per salvare i depositanti e i correntisti delle Banche anonime, con qualche ritocco di forma alla legislazione vigente. Non occorre discutere di questi empiastri di forma, che alimentano l'orgia intellettuale, per esempio, del nostro amico il prof. Vivante. Non vogliamo ora distrarre con discussioni talmente secondarie l'attenzione del lettore dalla maggiore questione economica e politica che è sul tappeto. Riprendiamo perciò il contraddittorio diretto tra lo studioso di finanza, a cui abbiamo rivolto alcune domande, e i gruppi metallurgici, a cui ne faremo alcune altre. I sigg. Luzzatto e Perrone magnificano le loro intraprese come quelle che dopo la guerra creeranno una nuova Italia industriale. L'uno dice di essere " in grado di lottare con le future concorrenze, approfittando delle forze idrauliche per ridurre al minimo il consumo del carbone. " L'altro piu magniloquente e piu vago afferma che lo sviluppo delle industrie Ansaldo darà all'Italia del dopoguerra un "congruo posto nel campo dell'espansione all'estero." Tutto ciò è magnifico! Ma né il gruppo della Ilva né quello della Ansaldo non ci dicono se sono in grado di sostenere la concorrenza con le industrie similari forestiere sul mercato esterno ovvero sul mercato interno libero di dazi o circondato di barriere doganali! Il signor Perrone mostra bensf di temere non poco il pericolo che l'Italia ritorni sotto la servitu tedesca e fa appello all'odio antitedesco, per ottenere - suppongo! - dazi doganali contro il nemico politico e militare! Ma, è egli in grado di aprire il ~ercato agli alleati? ... In una parola, il sig. Luzzatto e il sig. Ferrone magnificano le loro industrie, ma non ci dicono se queste vivranno di forza propria, o se dovranno pesare sul groppone del paese in forma di dazi doganali, di privilegi fiscali, di commesse statali a prezzi di favore e via dicendo. Non ci dicono se chiedono favori limitati alla produzione di beni necessari alla sicurezza dello Stato, o estesi alla produzione· dei beni consumati da tutti i cittadini. In conclusione né l'uno né l'altro, non ci dicono quale sarà il costo di questa grandiosa industria deWavvenire e da chi questo costo sarà sostenuto. Ora quello del costo è il solo o .quasi il solo elemento del problema che importa al pubblico; ma è anche il solo su cui per accordo di germinazione spontanea tacciono il sig. Ferrone, l' on. A. Luzzatto... nonché lo studioso di finanza. Quindi essi sono l'uno contro l'altro armati; e tutti concordi per spogliare il contribuente italiano. Questa è appunto la politica dei ladri di Pisa. 439 BibliotecaGino Bianco

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