Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Solidarietà ministeriale Era canone, una volta, di diritto costituzionale e di correttezza politica, che tutti i ministri di un gabinetto si considerassero solidali di fronte alla maggioranza e alla minoranza del Parlamento: se cadeva un ministro, cadevano tutti gli altri. Era considerata specialmente indissolubile la solidarietà fra il presidente del Consiglio e gli altri ministri: il primo non poteva andare via, senza che gli altri lo seguissero e fossero impegnati moralmente a non entrare nel gabinetto successivo, salvo che vi fossero invitati dal presidente dimissionario. · In Italia, durante il periodo della dittatura giolittiana il canone della solidarietà ministeriale parve imperare indiscusso: i vari ministeri presieduti dall'on. Giolitti si presentarono sempre con l'apparenza solida e compatta; i ministri, stretti intorno al loro presidente, ne seguirono fedelmente le sorti. Ciò però non fu il frutto della fusione e della coordinazione di volontà e di energie, indipenden'ti ciascuna nel proprio campo e concordi nell'opera comune di governo: fu la conseguenza della subordinazione supina, e quasi dell'annientamento delle personalità dei singoli ministri di fronte al i:apo; per cui questo capo riusciva a realizzare vere e proprie funzioni di cancelliere, considerando i colleghi come segretari incaricati quasi di ricevere ed eseguire le istruzioni impartite. Ed ogni volta che l'on. Giolitti riteneva opportuno riposarsi, ritirandosi dal governo, i colleghi fedelmente lo seguivano, salvo quelli che da lui ricevevano il consiglio o, meglio, l'ordine, di restare. Questa forma di solidarietà, o, meglio, di subordinazione dei ministri verso il capo, continuò, sia pur meno accentuata, nel ministero Salandra, nel quale due forti volontà quella dell'on. Salandra e dell'on. Sonnino si unirono a dirigere l'azione governativa. Ma rovesciato nel giugno r9r6 il ministero Salandra e costituitosi il ministero Boselli, amalgama di volontà diverse e contrastanti, cucite insieme col pretesto della concordia nazionale, comprendente sotto la direzione di un capo verboso e inetto, vari luogotenenti tutti aspiranti a primeggiare e quindi a scalzarsi l'un l'altro; costituitosi questo infausto ministero, al regime della solidarietà o della subordinazione ministeriale si sostituf il regime, che si può definire del governo dei pascià, in quanto tra i vari ministri, per tante ragioni discordi, si formò il tacito accordo che ciascuno rimanesse padrone assoluto nella sfera del proprio ministero, arbitro di fare e disfare senza che gli altri potessero intervenire. Discordie latenti e arbitri dei singqli ministri: éosf si può caratterizzare il regime Boselli, che deliziò il paese in un periodo gravissimo quando alla testa del paese sarebbe piu che mai stato necessario un fascio di energie concordi e risolute. 434 BibliotecaGinoBianco

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