Siderurgici e meccamct Oggi, infatti, il ferro importato paga alte dogane per consentire l'arricchimento dei pirati della siderurgia nazionale. Se gl'industriali meccanici, all'atto di esportare la macchina, non vengono rimborsati (magari con premio) del dazio doganale pagato sulla materia prima, essi dovrebbero gravare il prezzo della macchina per l'importo di questo dazio, e non potrebbero piu fare la concorrenza sui mercati esteri alle macchine estere, che avrebbero la materia prima senza taglie doganali. Se, invece, la macchina, nell'atto di essere esportata, ottenesse la restituzione del dazio pagato sulla materia prima, la concorrenza diviene possibile. Sarebbe come se la materia prima fosse importata temporaneamente in franchigia per essere poi riesportata. Ma questa cura, che i meccanici hanno, di domandare l'esenzione dei dazi doganali sulle materie prime delle macchine esportate, è un argomento prezioso contro il protezionismo, tanto siderurgico quanto meccanico. Essa, infatti, dimostra che gl'industriali meccani·ci ùaliani si sentono capaci di concorrere con gl'z.ndustriali esteri sui mercati esteri, purché la materia prima, cioè z·l ferro, non venga gravata in Italt'a da dazi doganali. Ora se possono concorrere con gl'industriali esteri sui mercati esteri, purché non sieno impacciati dal protezionismo sul ferro di prima lavorazione, perché diventerebbero incapaci di difendersi vittoriosamente sul mercato italiano? In altre parole, gli industriali meccanici non avrebbero bisogno di nessuna protezione sul mercato italiano per le loro macchine, qualora z'l ferro fosse liberato da ogni aumento di prezzo dovuto al protezionismo siderurgico. Tutto ciò significa che i meccanici italiani, colla doppia politica protezionista all'interno e liberista all'estero, mirano a strozzare i consumatori - leggi agricoltori - italiani, col vendere loro il macchinario a prezzo di monopolio; e col vendere poi, lo stesso macchinario, a prezzi piu bassi ed eventualmente a sottocosto (dumping) ai consumatori, cioè agricoltori, forestieri. Donde la conclusione finale che gli agricoltori italiani sarebbero messi a contributo dalla industria meccanica nazionale per facilitare la produzione agricola dei loro concorrenti forestieri, i quali con macchine italiane produrrebbero a costo piu basso di noi e ci farebbero la concorrenza sia sul mercato interno che su quello estero. I meccanici vedono un piccolo loro interesse immediato senza accorgersi delle strane ripercussioni sugli interessi circostanti, di gran lunga magg1on. Il nodo del problema Perché, dunque, gl'industriali meccanici preferiscono la soluzione ciecamente egoistica alla soluzione onesta? Certamente una spiegazione si deve cerc~re nel desiderio di fare il coBibliotecaGino Bianco
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