Siderurgici e meccantct che il Governo dovrebbe continuare a concedere alle industrie siderurgiche! Eppure c'è un'altra via, ben piu logica e onesta, per risolvere il problema. Basterebbe, rimanendo sempre all'esempio del laminatoio, abolire la protezione di L. 142,67, di cui godono le materie prime necessarie alla confezione della macchina: ed ecco che la " Società Meccanica Lombarda " non solo non avrebbe piu bisogno di chiedere un aumento di protezione, ma potrebbe rinunziare con suo evidente vantaggio alla intera protezione attuale di L. 126,65. E sarebbe questa la migliore difesa, che le industrie meccaniche potessero avere contro la "concorrenza estèra." Un nuovo sindacalismo Ma da quest'orecchio gl'industriali meccanici non sent~no. E in una memoria presentata non è molto al Governo sulla politica doganale del dopo guerra, l' "Associazione Nazionale fra gl'industriali meccanici e affini," invece di esigere la fine del protezionismo siderurgico, chiede che "tutto il fabbisogno de prodotti necessari al paese venga riservato all'industria nazionale," cioè che sia proibita senz'altro ogni importazione di macchine dall'estero. Assicurato il mercato interno al monopolio dell'industria nazionale, si può essere sicuri che l'industria nazionale non avrebbe le mani dolci nell'elevare i prezzi. Ma l'altezza dei prezzi determinerebbe immediatamente il sorgere di nuove fabbriche allo scopo di sfruttare il monopolio dei primi feudatari privilegiati. Motivo per cui il monopolio in breve riescirebbe sterile per il monopolista. Ed ecco che gl'industriali meccanici chiedono che "si provveda alla formazione ufficiale di enti regolatori del lavoro nazionale al fine di evitare una esuberanza di ditte produttrici concorrenti." Gli enti regolatori dovrebbero calcolare il fabbisogno nazionale, e compilare il programma del lavoro nazionale, distribuendolo fra gli industriali esistenti in Italia secondo la loro capacità produttiva. Entreremmo cosf in pieno collettivismo... borghese. O meglio, entreremmo in pieno sindacalismo borghese. Infatti gli "enti regolatori " dovrebbero essere costituiti dalle associazioni industriali a base nazionale, che avrebbero il diritto di esigere dai soci le informazioni necessarie, distribuire il lavoro, stabilire i prezzi, ecc. ecc. Gli attuali industriali meccanici d'Italia, in altre parole, farebbero un bel giorno, con l'aiuto di una bella legge di Stato, una specie di "serrata del Gran Consiglio": da quel momento in poi nessuna nuova ditta di industrie meccaniche potrebbe sorgere in Italia, nessuna macchina potrebbe piu venire dall'estero senza il permesso dell'ente regolatore; ogni innovaz10ne tecnica sarebbe controllata dall' "ente ~egolatore, " perché ·potrebbe BibliotecaGinoBianco
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