Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Problemi e spunti di politica interna in tempo di guerra difesa terrestre del nuovo ordine territoriale e per il disarmo dell'Adriatico. Tanto peggio, tanto meglio: - pensano i nazionalisti - un paese ha bisogno di avere difficoltà esterne; se non le ha, se le deve creare; se arriva ad eliminarne una, deve suscitarne dieci. E la "democrazia," incolta, ignara delle tradizioni e degl'interessi suoi, attraversata essa stessa da correnti di cieche ingordigie e di bestiali perversità, beve a fiotti la propaganda nazionalista, che per meglio riuscire si fa avanti con argomenti democratici falsificati: attribuisce a Mazzini idee che non ha mai avute, inventa le statistiche, postula necessità militari difensiv~ inesistenti; gli stessi trucchi, che erano riesciti cos1 bene a lanciare la guerra . libica, li ripete ora per deformare e demoralizzare lo slancio del sentimento nazionale. E per reazione si consolida nel partito socialista ufficiale la teoria della neutralità assoluta: la quale è certo in parte cecità per tutti i problemi, e nazionali e internazionali, che travalicano l'interesse immediato della lega, della cooperativa, del collegio; in parte il prodotto di una falsa interpretazione della teoria della lotta di classe e di una infantile confusione fra socialismo e pacifismo: ma è anche sospetto, non del tutto ingiustificato, dei pericoli a cui il movimento socialista e democratico è esposto, se si lascia trascinare a una solidarietà innaturale col movimento nazionalista. Motivo per cui si può affermare che il miglior servizio, che i nazionalisti abbiano reso finora all'Austria e alla Germania, sia stata proprio la loro campagna contro l'Austria e la Germania: discreditatisi per la guerra libica e per le pagliacciate successive clericali e protezioniste, gettano oramai il discredito su qualunque causa si mettano a propugnare. In siffatte condizioni dello spirito pubblico noi non abbiamo il diritto di tacere. Abbiamo qualche cosa da dire ai giovani, che si erano stretti fiduciosi intorno al nostro giornale. E perciò riprendiamo il nostro lavoro. [Da "L'Unità," 4 dicembre 1914, firmato: L'UNITÀ.] Il "boss,, d'Italia Gli americani chiamano "boss" il sorvegliante di un gruppo di operai: reclutatore, aguzzino, pagatore. E per estensione di significato chiamano "boss" anche quel politicante, che sia a capo di un gruppo d'avventurieri simili a lui, stretti in organizzazione permanente, pronti sempre all'offesa e alla difesa, non preoccupati che dei loro affari. 39° BibliotecaGinoBianco ·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==