Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Ripresa cinese e bastare tutta a se stessa in pace e in guerra. E il governo, che è in mani protezioniste - " democratici " e "conservatori, " in fatto di programma doganale, sono tutti farina dello stesso sacco - approfitta del turbamento o della distrazione della opinione pubblica per preparare il nuovo regime doganale desiderato dai pescicani delle industrie protette. E parallela e connessa alla campagna protezionista si sviluppa la campagna nazionalista per una guerra, non di giustizia nazionale, ma di sopraffazione e di rapina. La guerra sognata da costoro non era quella a cui obtorto collo si sono adattati: il loro programma era di marciare ai fianchi della Germania e dell'Austria per conquistare l'Africa settentrionale, la Corsica, l'Asia Minore, chi sa quale altra parte del mondo. Saltata per aria, al primo urto della realtà, la loro - ironia delle parole - "politica realista" non hanno tardato a riprendere fiato. Se non si può far la guerra ad occidente si faccia ad oriente: purché sia una guerra di prepotenza brutale, purché semini odi nuovi piu aspri degli antichi, purché prepari nuovi motivi di guerre, che assicuri anche in tempo di pace una maggiore necessità di armamenti all' "industria nazionale. " Ad oriente c'è il problema degl'italiani del Trentino e dell'Istria: problema penoso, che non risoluto dall'Austria ha impedito ogni accordo sincero fra l'Italia e l'Austria, ma che oggi noi possiamo e dobbiamo risolvere con la nostra volontà, senz'attendere piu il beneplacito da chi in cinquant'anni non ha dimostrato che insolenza e cattiva volontà; opera di giustizia, dunque, ed opera di difesa nazionale. Ma per i nazionalisti una guerra di giustizia e di difesa non ha senso. Non si contentano delle mani piene: le vogliono strapiene, sopratutto le vogliono sporche. Dunque, non bisogna contentarsi del confine geografico militare e linguistico del Trentino: bisogna andare piu in su, inghiottire anche un buon numero di tedeschi, arrivare al Brennero. E non bisogna contentarsi dell'Istria:. bisogna prendersi la Dalmazia. Questo ci tirerebbe in casa un irredentismo tedesco, di cui non abbiamo bisogno, e un irredentismo slavo assai piu esteso e piu difficile a vincere di quello che necessariamente occorrerà fronteggiare in Istria al di qua del nuovo confine militare: - l'Italia, uno dei pochissimi paesi d'Europa, che abbia la fortuna di non avere irredentismi e di non dover lottare con quelle forze permanenti della storia che sono le nazionalità: perché rinunciare a questo privilegio? - Un lungo confine terrestre in Dalmazia ci obbligherebbe ad enormi spese di difesa non giustificate dalla necessità di sostenere gli scarsi nuclei italiani sommersi in quel paese sotto la invincibile marea slava: La voragine d'odio perenne, che la occupazione nostra della Dalmazia scaverebbe fra noi e gli slavi, ci toglierebbe il- modo d'intenderci con la Serbia per la distribuzione degli uffici e delle spese nella BibliotecaGinoBianco

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