ll diversivo anticlericale presa merita di essere sempre ritentata. Dopo tutto, è sempre la tattica meno pericolosa e piu fruttifera. Essa è necessaria sopratutto oggi. I nodi finanziari dell'impresa libica sono arrivati al pettine. Le nuove imprese imperialiste, che si meditano, renderanno necessarie spese militari sempre piu enormi. Il problema doganale si avvicina a passi di gigante. Le finanze dello Stato e quelle degli enti locali formano una baraonda spaventosa ed esigono provvedimenti seri e immediati. E il suffragio quasi universale si è manifestato, al suo primo esperimento, tutt'altro che facile a maneggiare; e le seconde elezioni col nuovo regime elettorale minacciano di riuscire un finimondo, se non si provvede a tempo. Che bella cosa, in queste condizioni, un grande ministero " democratico, " presieduto dall'on. Giolitti o da un suo degno continuatore, nel quale i radicali e magari i socialisti terrebbero occupati i loro seguaci con una lotta accanita contro il "pericolo clericale," mentre l'on. Giolitti o chi per lui avrebbero le mani libere in tutto il resto, compreso il problema scolastico. Ed ecco là i nostri anticlericali pronti alla bisogna. Essi non hanno nessuna voglia di impegnarsi a fondo in una lotta contro l'imperialismo, né piu né meno dei clericali; sono protezionisti, né piu né meno dei clericali; se ne infischiano di riforme tributarie serie, né piu né meno dei clericali. E nello stesso campo scolastico, non sanno far altro che invocare a parole la "scuola laica," lasciando tranquillamente che l'on. Giolitti e l'on. Credaro vendano a pezzi e a bocconi la " scuola laica " ai clericali, come si vende un vecchio mobilio casalingo passato di moda. In compenso, domandano il divorzio. E sono pronti ad appoggiare qualunque ministero, con qualunque programma, purché prometta il divorzio. L'anticlericalismo, cosf concepito e cosI attuato, è, nella politica italiana, un diversivo per distrarre l'attenzione del paese dai problemi improrogabili, e lasciare cosI le mani libere al partito di governo per risolverli come meglio gli conviene! E il divorzio è, nell'anticlericalismo, un diversivo per distrarre l'attenzione dal problema scolastico, e per consentire al partito di governo di continuare alla chetichella nel concubinaggio clericale. La campagna per il divorzio è una commedia racchiusa in un'altra commedia. Per noi, invece, l'anticlericalismo si deve fare oggi in Italia sul terreno su cui il partito clericale· ci sfida alla lotta: sul terreno scolastico. E si deve farlo difendendo la scuola pubblica dalle insidie del partito clericale, riformandola, sviluppandola in modo che non abbia nulla da temere della legittima concorrenza delle scuole private clericali. E questa azione specificamente e nettamente anticlericale deve essere accompagnata da una risoluta azion_e contro l'imperialismo, contro il militarismo, contro i privilegi doganali e tributari dei gruppi, sociali conservatori. In questo, caro Giuliano, è il dissidio vero e profondo fra noi e gli 353 24 G1u11utecaGino Bianco
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