Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Per il ,·innovamento del paese e per una nuova classe dirigente stesso, caro Giuliano, riconosci essere "i problemi improrogabili, la cm soluzione veramente piu urge per il bene del paese." Sul terreno di questi problemi improrogabili di politica estera. e militare e doganale e tributaria, esiste oggi in Italia un gruppo di forze sociali saldamente consolidate e organizzate, le quali costituiscono la base del nostro partito conservatore di governo: imperialista, militarista, protezionista, avverso ad ogni seria forma tributaria. I clericali offrono il loro appoggio a questo nucleo di forze conservatrici e governative, a patto di ottenere per via legislativa e piu ancora per mezzo di insensibili ma ben coordinate concessioni amministrative, il dominio della scuola, e a patto che non sia peggiorato negli altri campi l'attuale status quo, legislativo e amministrativo. E l'ala destra del partito conservatore di governo riconosce esplicitamente la necessità dell'accordo coi clericali; e perciò rifiuta di assumere qualsiasi iniziativa anticlericale in qualsiasi campo; ed è pronta a concedere ai clericali tutto quanto essi esigono sul terreno scolastico. Ma non tutti i conservatori sono disposti a questa dedizione ai clericali. I piu accorti e lungimiranti pur non escludendo l'alleanza, desidererebbero una maggiore prudenza e dignità da parte dei loro amici, e sopratutto una maggiore discrezione da parte dei clericali: questi dovrebbero aver meno pretese, o almeno dare un po' meno di pubblicità e di fragorosità alle loro pretese. In fondo, almeno per ora, l'Italia è un paese anticlericale; una troppo decisa e troppo movimentata accentuazione clericale del partito conservatore di governo determinerebbe certamente una reazione pericolosissima nei partiti democratici: non bisogna svegliare il can che dorme. Il quale can che dorme è stato addormentato dall'on. Giolitti. La tattica dell'on. Giolitti, è stata sempre quella di far la politica conservatrice per mezzo dei condottieri dei partiti democratici: sia lusingandoli e addomesticandoli per via di "attenzioni" individuali - siamo arrivati già alle nomine senatoriali -; sia, quando si tratti di uomini personalmente disinteressati, come Turati e Bissolati, conquistandoli con riforme, le quali non intacchino seriamente gl'interessi economici e politici dei gruppi domi, nanti nel Governo (esempio: certe leggine sociali misurate col contagocce), oppure tali che l'on. Giolitti s'illuda di poterle ridurre nell'attuazione pratica a una turlupinatura (esempio: il suffragio quasi universale). La tattica è difficilissima ad attuare, perché la democrazia è, per natura, e per fortuna sua, indisciplinata: ha cento braccia e cento teste e non è possibile né convincerle, né legarle tutte. L'on. Giolitti afferra Turati, e perde Ferri; attira Bissolati, e si lascia scappar Turati; si era messo in tasca Sacchi, ed ecco venir fuori Giretti. È un lavoro di Sisifo: il risultato del quale è che la democrazia è, piuttosto che conquistata, disorganizzata e paralizzata. Ma anche ridotta in questi confini la utilità dell'impresa, l'im352 BibliotecaGino Bianco

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